Pruno e’ un paese dell’Alta Versilia, situato a 475 m. s.l.m., ed e’ dominato dalla mole della Pania della Croce, del monte Procinto e del monte Forato: questo borgo, e segnatamente la casa di Piastrola, e’ uno dei migliori luoghi per osservare il fenomeno del sole che all’alba passa dentro l’arco del Monte Forato. Il paese di Pruno mantiene un impianto medioevale, come evidenziano le strette viuzze che lo attraversano: si e’ ben conservato tanto che e’ ancora possibile rilevare incisa la data di costruzione d’alcune abitazioni (ho notato un 1739 e un 1782) sull’architrave della porta. I primi documenti che si riferiscono a questo paese sono molto antichi vale la pena di citare il primo , un atto dell’804 conservato nell’Archivio Arcivescovile di Lucca, in cui si dichiara che il chierico Alberto, figlio dell’abate Ilbrando, riceve alcune terre site in Pruno dal diacono Gucuprando. Il nome del paese deriva da “Prunulus” cioè susino spinoso. A differenza di molti altri borghi non possiede ruderi di castelli, ma troviamo invece una bella pieve romanica risalente al XII secolo, costruita su una precedente di età longobarda. Si trova su una piccola piazza situata un poco più in basso rispetto alle case, ma in posizione dominante la sottostante vallata. La chiesa è dedicata a San Nicola ed era in origine ad una navata, venne ingrandita nel 1614 grazie ad un cospicuo finanziamento elargito da Caterina de’ Medici, con la costruzione di due navate laterali, sostenute da quattro belle colonne marmoree. Tre raffinate sculture del carrarese Tommaso Baratta, realizzate nel 1716, rappresentano l’Immacolata, San Nicola e Sant’Ambrogio e adornano l’altare maggiore del 1696. A completare l’arredo un interessante tabernacolo attribuito a Stagio Stagi, San Tobia, dipinto su tavola realizzato da Antonio Pieri nel 1613. Resti di capitelli e colonne in marmo cipollino utilizzati in epoca longobarda a sostegno del fonte battesimale, insieme ad altre pregevoli opere, completano questa interessante pieve romanica. Il campanile, costruito (o restaurato) nel1771, come si evince da una pietra posta sulla sommità, possiede un orologio in ferro in stile ligure – toscano della prima metà del 1600. Percorrere il sentiero che conduce alla piccola borgata di Orzale è come attraversare i corridoi di un museo. Le testimonianze dell’uomo sono tante, come i segni lasciati dallo scalpello del cavatore sul marmo cipollino delle cava di Frascinaia, il ponte in stile romanico di epoca medicea che attraversa il Canale di Deglio, abbellito da una immagine ottocentesca raffigurante San Francesco, un interessante mulino di inizio XIX secolo e, infine, una via di lizza che scende dalle cave della Crepata presso l’Alpe di Pruno, dove, disseminati lungo il tragitto, si vedono ancora le tracce delle basi lavorate per i piri in legno, utilizzati per la calata delle cariche. Queste venivano portate nel piazzale nei pressi del cimitero di Cardoso e con i buoi prima e gli autocarri dopo, portate a valle. Il marmo cipollino qui estratto fino agli anni 70 del ‘900, era in passato utilizzato per varie lavorazioni come portali, stipiti, scale, ecc. Fu utilizzato per la costruzione della primitiva chiesa.
Pruno e la Pania | Chiesa di San Nicola |