La Fonte Solforosa de La Lama è una sorgente molto copiosa che esce da una fontana in conci di arenaria, formando i tipici depositi bianchi formati da colonie di solfobatteri. La sua portata, che viene misurata stagionalmente dal C.F.S. comando di Badia Prataglia, risulta essere pari a 62 l/minuto nella stagione primaverile, mentre in quella autunnale è di 16 l/minuto. Si trova a 734 m. s.l.m. in località Poggio La Guardia nella Foresta de La Lama, all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Accanto a questa sorgiva se ne osserva una seconda, anch’essa caratterizzata da una blanda mineralizzazione solforosa.
Secondo antiche leggende nella Foresta della Lama vi era una pozza d’acqua, una sorgente che veniva chiamata la “pozza della troia”, tale nome resiste anche oggi, al nuovo e più scientifico di “fonte solforosa”. Due modi di vedute diverse, uno tradizionale e cioè che la pozza dove andavano a bagnarsi e a bere i maiali era curativa, le persone che portavano gli animali là se ne erano accorti e usavano le acque anche per loro. La veduta scientifica ci dice che le acque solforose (sono quelle che puzzano di uovo sodo) sono ricche di zolfo assai benefico per il corpo umano. Nella tradizione popolare la frequentazione delle sorgenti curative non è mai venuta meno, fra le prove due ex voto conservati fino al 1982 nella chiesa di Bagno di Romagna e poi rubati: “Gitanti seminudi si gettano nella gelida pozza della scrofa”, secondo la leggenda erano curative per i reumatismi.
Percorso Trekking
Giunti in localita’ Cancellino (quota 1073) parcheggiamo l’auto nel vasto piazzale di quello che un tempo era il luogo di arrivo della ferrovia per il trasporto del legname: vi si trova ancora l’edificio di servizio, che fungeva anche da ricovero alle tre piccole locomotive, ed e’ in eccellenti condizioni di conservazione. Oltrepassiamo la sbarra che chiude il traffico alle auto private e ci incamminiamo lungo la strada che e’ sterrata ma in ottime condizioni in quanto vi viene effettuata continuamente la manutenzione da parte degli operai del Corpo Forestale dello Stato: ci troviamo subito immersi nel folto della foresta di faggi. Voglio ricordare che ogni km. si trova un cippo che reca impresso il numero progressivo di chilometraggio: nel descrivere il percorso vi faremo riferimento continuamente. Il tratto iniziale e’ in falsopiano e ci porta, dopo 1,5 km., alla prima sorgente che si trova subito sotto strada, sul lato sinistro: e’ la Sorgente del Re (quota 1136). Lasciamo la sorgente e proseguiamo il cammino in leggera ascesa per raggiungere, poco prima del km. 3, il Passo dei Lupatti (quota 1171) dove sorgono maestosi alberi di faggio e dove incrociamo il sentiero 00 di crinale proveniente dal Passo dei Mandrioli e diretto al Passo della Crocina: il tratto della ferrovia che andava dal Passo dei Lupatti al Cancellino era in leggera discesa e per questo i vagoni carichi di legname venivano rallentati nella loro corsa da uomini appositamente addestrati chiamati “frenatori”. Ora dal Passo dei Lupatti fino alla Lama la strada proseguira’ sempre in discesa: immersi nella foresta camminiamo attraversando le pendici del monte Cucco e del Poggio Rovino fino a giungere a Pian della Saporita (quota 1051), nei pressi del km. 6. In questa localita’ avveniva il rifornimento di acqua e legna e vi era anche l’unica possibilita’ di scambio tra i convogli provenienti da sensi opposti grazie al raddoppio dei binari. Riprendiamo il cammino e in pochi minuti perveniamo, poco prima del km. 7, alla Fonte delle Cavalle (quota 1057) che troviamo sul lato sinistro della strada: poco dopo attraversiamo una bella abetaia, si tratta dell’Abetina di Brasco. Riprendiamo il cammino in discesa verso la Lama: ogni tanto, sul lato sinistro della carreggiata, notiamo alcuni grossi nidi di formica rufa, che sono stati recintati per proteggerli; questa formica costruisce il proprio nido, alto anche piu’ di un metro, sfruttando gli aghi degli abeti ai piedi dei quali vive. Giunti nei pressi del km. 14 troviamo un ponte: si tratta del Ponte Camera (quota 840) che scavalca il fosso omonimo; questo ponte e’ molto noto perche’ i suoi parapetti sono stati costruiti con le rotaie della vecchia ferrovia. Riprendiamo il cammino e all’incirca al km. 18,5 della strada, sul lato sinistro, notiamo un cartello che ci segnala la Fonte Solforosa (quota 711): si tratta, in realta’, di due fonti dalle quali sgorga un’acqua solforosa che ha dell’incredibile, in quanto costituisce una cosa eccezionale all’interno di questa grande foresta. Nei pressi della due sorgenti si trova una grotta artificiale che custodisce una piccola statua della Madonna: deve essere molto venerata a giudicare dal numero dei lumini accesi che vi abbiamo notato.