All’estremita’ sud dei Monti dell’Uccellina, nel territorio del comune di Orbetello, su un promontorio a picco sul mare, sorge l’antico borgo di Talamone. La localita’ fin dall’antichita’ fu sede d’insediamenti prima Etruschi e poi Romani. Il mito, infatti, racconta che il nome di questo piccolo paese di pescatori sia dovuto appunto a Talamone, figlio di Eaco, che approdo’ in queste terre di ritorno dalla Colchide, la regione dove era custodito il vello d’oro. Sempre secondo la leggenda, l’eroe greco sarebbe stato sepolto sotto il promontorio su cui sorge il paese. Questo piccolo paese ha svolto un ruolo fondamentale nell’Unita’ d’Italia avvenuta con il Risorgimento: nel 1860 Giuseppe Garibaldi, che era in rotta per Marsala con i Mille, vi sbarco’ la mattina del 7 maggio, per procurarsi armi dal comandante del porto e far partire una colonna, comandata da Zambianchi, verso il confine romano; questo avrebbe dovuto provocare un’insurrezione nello Stato Pontificio. E’ quindi evidente che senza le armi prese a Talamone, e che provenivano anche da Orbetello, non si sarebbe potuta compiere l’Impresa dei Mille, che segno’ una pietra miliare nell’unificazione d’Italia. $p01 L’edificio piu’ importante del borgo e’ la Rocca Senese, costruita nel XIV secolo a picco sul mare: ancora oggi domina il centro abitato e gran parte della zona circostante. La fortificazione ha la forma di un quadrato, come un grande maschio, rinforzato sugli angoli verso il mare da tre torrette e nell’angolo interno da una piu’ alta e massiccia, con funzioni di torre d’avvistamento. La chiesa Parrocchiale dedicata a S. Maria Assunta fu consacrata il 19 maggio 1949 e occupa il medesimo luogo di quella edificata dai Senesi agli inizi del Trecento e che venne distrutta dai tedeschi il 14 maggio 1944 insieme alla canonica e alle case dell’intero paese. $p01 In paese ci sono tre monumenti che ricordano Garibaldi: la Porta d’ingresso al borgo, a lui dedicata, un monumento in piazza della chiesa ed una lapide murata su quella che un tempo era l’abitazione del comandante del forte, De Labar, sempre in piazza della chiesa.