Pieve di Santa Maria Assunta a Diecimo

Diecimo trae il nome dal fatto di essere posizionato al decimo miglio romano da Lucca, proprio alla confluenza del Rio Pedogna con il Serchio: in questo borgo s’incontra la Pieve di Santa Maria Assunta, capolavoro dell’arte romanica. La chiesa, il cui campanile e’ simile come struttura a quello del Duomo di Lucca, si presenta con la semplice facciata arricchita dal bassorilievo dell’architrave, con l’abside ornata da monofore disposte in ordine simmetrico, con l’interno a tre navate che custodisce opere di rilevante valore storico come le due statue di leone, la statua del profeta Isaia, il bassorilievo di un guerriero, il fonte battesimale dalla forma esagonale e un tabernacolo realizzato dalla bottega del Civitali. Attualmente dedicata solamente a Maria Assunta, ma anticamente anche ai Santi Gervasio e Protasio, compare per la prima volta in un documento del 919, ma le sue origini sono ben piu’ antiche: e’ una delle ventotto chiese fondate da San Frediano (il grande e famoso Vescovo di Lucca, vissuto nel VI secolo). Nel XII secolo, la Contessa Matilde di Canossa l’amplio’, trasformandola in chiesa a tre navate, facendo poggiare i suoi archi su colonne di marmo, a strisce bianche e nere (architettura tipica delle chiese Matildiane). La Pieve di Santa Maria Assunta e’ una delle poche chiese che hanno mantenuto nei secoli l’originale impianto medievale, la facciata e’ impreziosita da un architrave, un tralcio con figure umane, attribuibile a Biduino (XII sec.), scolpito con un tralcio agli estremi del quale si trovano due figure maschili delle quali quella di sinistra ha in mano una roncola; gli spazi tra le foglie sono riempiti con piccoli animali e faccine.
Sembra che l’edificio sul quale è stata edificata la chiesa sia molto antico, almeno a giudicare dai numerosi reperti di epoca romana, forse appartenenti ad un tempio pagano, riutilizzati nella successiva costruzione della pieve. Il primo documento che la menziona è del X sec. e da questo sappiamo che era dedicata, oltre che alla Vergine, anche a S. Gervasio. La lettura delle murature evidenzia diverse fasi costruttive: la prima risale ad un periodo compreso tra l’VIII e il X sec., in cui la chiesa era ad unica navata, costruita con pietra locale grigia e con una decorazione architettonica che presentava motivi paleocristiani oggi sopravvissuti, come nel fregio a motivi antropomorfi e vegetali sulla trabeazione del portale principale e ancora il serpente, il toro, il pellicano e molti altri riconoscibili sia all’esterno che all’interno della chiesa. Questa fase coincide con la tessitura muraria in conci in pietra grigia, ancora visibile sul tratto di muro a nord. Nel XII secolo la chiesa fu ampliata e sopraelevata, nella parte laterale nord, di circa 2 mt. Le pietre usate per l’ampliamento hanno dimensioni maggiori rispetto alle precedenti, con un’alternanza di fasce di altezza diversa. All’interno l’edificio fu organizzato in tre navate divise da pilastri bicromi e dotato di fonte battesimale e ambone-pulpito. Il fonte battesimale attualmente è stato sistemato sulla destra all’ingresso e i resti dell’ambone-pulpito, consistenti in due leoni stilofori, sono posti alla sommità della scalinata che porta all’altare e da una scultura raffigurante il profeta Isaia. Nel XVII sec., sotto la copertura a capriate ne è stata costruita una a volte e, contestualmente, anche l’altare maggiore storico. Nello stesso periodo sono stati realizzati gli scranni lignei dell’abside di notevolissima fattura e ancora ben conservati. La chiesa, come è tipico delle architetture romaniche, ha poche decorazioni a parte gli archetti pensili dell’abside sostenuti da peducci decorati con motivi vegetali e animali. Da un documento sappiamo che il campanile è stato costruito nel 1282, come testimonia la morfologia degli ultimi quattro piani in stile longobardo con la caratteristica sequenza di aperture delle finestre in ordine crescente dalla monofora, alla bifora, alla trifora fino alla quadrifora.