Fonte della Bettina
Buriano è un borgo di antiche origini con bella chiesa dedicata a San Michele Arcangelo: dista solo 3 km. da Quarrata. Buriano è una bella frazione del comune di Quarrata, situata a mezza costa (circa 200 metri s.l.m.) e la popolazione attuale è di circa 200 abitanti, un tempo, invece, era assai maggiore, circa 1.000 anime, tutte dedite all’agricoltura ed alla pastorizia; solo il sabato e la domenica la
popolazione quasi raddoppia, perché parecchie persone vi tornano, nelle seconde case, per trascorrere il fine settimana. Il paese è immerso nella tipica campagna toscana, formata da belli oliveti e da numerosi agglomerati di case coloniche qui chiamati castelli di case. Va ricordato che a Buriano è nato il pittore Carlo Nannini (1895-1918), uno dei primi artisti futuristi toscani, e qui si rifugiava, presso la zia per dedicarsi alla sua attività, altrimenti osteggiata dalla madre. Appena sopra troviamo la catena collinare del Montalbano che divide Quarrata con Vinci. Negli anni ’70 era stata iniziata una strada che attraversava questa catena per poter congiungere Quarrata e la piana pistoiese alla bella località di Vinci, però a causa della morfologia del terreno, vedi smottamenti ecc, è rimasta da ultimare, ed è transitabile solo a cavallo o con dei fuoristrada, ma soprattutto per fare delle belle passeggiate a piedi, immersi in un bel bosco. Il nome Buriano probabilmente deriva dal latino Burius, mentre alcuni studiosi sostengono che rappresenta una latinizzazione dell’idronimo ligure Bura. Va detto che, dalla piazza della chiesa, si domina l’intera piana pistoiese e pratese e l’Appennino: un panorama stupendo; invitiamo tutti a visitare questa incantevole frazione del comune di Quarrata.
Il nostro itinerario inizia 2 km. sopra Buriano: basta proseguire per la larga strada asfaltata che passa per il centro del borgo e si raggiunge la località del Maestrino (287 m. s.l.m.). Qui va lasciata l’auto per incamminarsi a sinistra lungo la strada asfaltata: dopo poche centinaia di metri si incontra l’Albergo – Ristorante “Il Rifugio” (ideale per chi ami la tranquillità e la natura): noi prendiamo la stradina di destra, asfaltata per poche decine di metri e poi sterrata, che sale ripida per un breve tratto e poi spiana. Transitiamo al di sopra della recinzione che circonda la struttura turistica e dopo pochi minuti giungiamo in uno spiazzo attrezzato come parco didattico e parco giochi dall’Agriturismo Baugiano: qui si trova la Fonte di San Busceto, una delle antiche fonti del Montalbano. Siamo a quota 335 metri, abbiamo camminato per circa 15 minuti ed abbiamo percorso 900 m. per un dislivello di 48 metri. Proseguiamo ora il cammino lungo la carrareccia che tende leggermente a scendere di livello e dopo poche centinaia di metri notiamo sulla destra l’indicazione per la Fonte della Bettina: saliamo gli scalini in pietra ed arriviamo alla sorgente che, in realtà, è formata da due cannelle, una più piccola, che emette acqua in continuazione, ed una più grande che necessita della pressione della mano per far defluire l’acqua. Siamo a 329 m. s.l.m. ed abbiamo camminato per circa 20 minuti percorrendo un tratto di 1.200 m. Devo dire che ero transitato da questa strada circa un mese fa e il sito dove di trova la Fonte della Bettina non era individuabile: pruni, sterpi ed erbacce ne impedivano la visione anche a pochi metri di distanza, si trattava veramente di quel che si dice un “prunaio”. Ora, a pochi giorni di distanza (fine giugno 2007), la zona è irriconoscibile: è stato fatto un lavoro eccellente, è stato ripristinato il sentiero con pietre squadrate, è stata costruita una bella balaustra in legno e la fonte è stata recuperata alla popolazione con la messa in loco di due cannelle. Crediamo che si possa affermare che il recupero di queste antiche fonti del Montalbano (fonti alle quali i nostri antenati hanno bevuto dato che sul Montalbano noi abbiamo le radici da generazioni: nostre ricerche effettuate nell’Archivio Vescovile di Pistoia attestano che la famiglia Innocenti, detta di Damo, è censita nei Registri della chiesa di Montemagno fino dall’inizio del 1700 e poi chissà, visto che non siamo potuti risalire ancora più indietro) sia un’opera degna di lode e onore al Comune di Quarrata, che per volontà dell’Assessore Marco Meoni prosegue in questa sua opera di recupero. Lo scorso anno erano state recuperate, anche queste con un lavoro eccellente, la Fonte del Sasso Regino e la Fonte di Tacinaia: le prossime sorgenti che il Comune di Quarrata ha intenzione di recuperare sono la Fonte del Nelli (al Nelli è nato un nostro zio), la Fonte degli Arancini e la Fonte Poggioni, località situate sopra Montorio e Buriano. Ricordiamo infine che con il toponimo Bettina si indica quel tratto di crinale del Montalbano che degrada dal Poggio della Torre di Sant’Alluccio alla zona collinare compresa fra Buriano e Spazzavento.
Dal Dizionario Corografico della Toscana del Cav. Repetti, stampato nel 1855 e che costituisce la base fondamentale di tutta la storia e la geografia della Toscana ( vi sono indicati tutte le città e i paesi della nostra regione in ordine alfabetico), ritengo fare cosa utile pubblicare quello che riporta sul Montalbano e anche se il linguaggio è quello di 150 anni fa (tanto per dire non si parla di Toscana ma di Granducato di Toscana) credo che leggere queste righe sia veramente affascinante.
Monte Albano nel Pistojese. Dicesi Monte Albano la più elevata diramazione dell’Appennino che dalla foce di Serravalle stendesi nella direzione di maestro a scirocco fra l’Ombrone pistojese e l’Arno sino alla gola della Golfolina, dal 28° 29′ al 28 ° 41′ di longitudine e dal 43° 44′ al 43° 55′ di latitudine. Le sue principali cime denominate Pietra marina e S. Alluccio sono elevate sopra il livello del mare, quella 984, e questa 929 braccia. Trovansi nel suo fianco orientale le Comunità di Carmignano e di Tizzana, nel lato occidentale Monte Vettolini, Lamporecchio, Vinci e Cerreto Guidi, a settentrione maestro Serravalle, e a scirocco Capraja. – La natura del terreno partecipa nella massima parte di quello di sedimento inferiore, coperto nella sua base orientale da sedimenti palustri, e nel suo fianco occidentale da immensi depositi di ciottoli e ghiaje che ricuoprono una marna ricca di fossili terrestri e marini. Alla parte australe di questa diramazione fu dato il nome di Barco Reale per un vasto parco, vestito di selve, fatto circondare di mura dal Gran Duce Ferdinando II ad uso di caccia.