Lapide dei Cinque Martiri a Montale

La Lapide ricorda cinque uomini impiccati dai tedeschi il 13 settembre 1944 a Montale in Via Roma (l’attuale Via Martiri della Libertà)
La lapide ha forma di foglia di palma incisa a sbalzo sopra l’epigrafe che, nell’Antico Testamento, rappresenta i giusti e la statura della donna. Il Cristianesimo adotta la palma quale simbolo del trionfo della fede in Cristo sulla morte e sui pagani, oltre all’entrata di Gesù in Gerusalemme.
Vi sono incise queste parole

“Essi
avevano chiesto amore pace e lavoro
fu loro dato invece la guerra e la morte
ma il popolo tutto li rimpiange e li venera”

Giuseppe Bessi, nato il 10 Dicembre 1887 a Montemurlo (Po), ivi residente;
Antonio Gambi, nato il 4 Settembre 1885 a Montale, ivi residente;
Anselmo Giugni, nato il 4 Dicembre 1881 a Montale, ivi residente;
Luigi Malusci, nato il 24 Aprile 1886, residente a Montale;
Nello Staderini, 60 anni, residente a Montale.
Montale 4 settembre 1994

Da www.straginazifasciste.it 
Con l’avvicinarsi delle truppe alleate tra i tedeschi aumentarono i casi di comportamenti duri nei confronti della popolazione. I sequestri di biciclette erano sempre più frequenti. Il 3 settembre 1944 a Ponte alla Trave, nel Comune di Montale, un tedesco fermò un ciclista imponendogli di consegnargli il mezzo. Il ciclista, forse un partigiano, sparò al tedesco uccidendolo e si diede alla fuga. Il comando reagì con la consueta rappresaglia e avviò il rastrellamento. Lungo le strade montalesi vennero arrestate varie persone. Nella notte venne inscenato un processo farsa con relativa condanna a morte. Gino Giugni riuscì però a fuggire. Il mattino, in via Roma (l’attuale Via Martiri della Libertà), un tedesco iniziò a sistemare le corde per l’impiccagione. Dopo due false impiccagioni l’ex pugile e militare sbandato, Vincenzo Bernini, colpì con un pugno il tedesco davanti a lui e quello dietro con un calcio. Colpito da una raffica di mitra, si gettò nel vicino torrente Agna salvandosi. Venne curato e nascosto da un medico incrociato durante la fuga con l’assistenza della signora Adriana Bessi. Intanto i tedeschi impiccarono gli altri cinque arrestati agli alberi di via Roma (l’attuale Via Martiri della Libertà), e dopo mitragliarono i corpi. Venne vietata la loro rimozione. Solo dopo cinque giorni dei cittadini del posto li tolsero dal luogo dell’esecuzione.

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