Il monte Cimone (2165 m. s.l.m.) e’ il piu’ alto di tutto l’Appennino tosco – emiliano e la sua vetta e’ raggiungibile da diverse localita’: questo itinerario trova il punto di partenza dall’Abetone. Il Cimone costituisce un punto trigonometrico per eccellenza: sul pianoro sommitale si trovano molte costruzioni dell’Aeronautica Militare, che ospitano impianti adibiti alla circolazione aerea, all’analisi atmosferica e alle previsioni del tempo. La vetta di questo monte offre vedute incomparabili su tutte le cime dell’Appennino, sulle Apuane, sulle Alpi e su tante zone del territorio italiano: addirittura i 4/10 dell’intera Italia, comprese grandi citta’ come Roma e Milano, sono nell’orizzonte ottico di questa grande montagna. Per le antiche genti del Frignano il Cimone era la Dea Madre e Montagna Simbolo, imponente e solenne. Numerosi sono stati nei secoli i toponimi con il quale e’ stato identificato: dal piu’ antico Alpe de Nona (con riferimento alla latina ora nona, cioe’ le tre del pomeriggio) al successivo Alpe de Lona, chiara modifica del nome precedente, che ha dato origine ad un torrente detto Rio de Alpe de Lona o Lonata che ha poi dato il nome al paese di Riolunato. E’ stato poi chiamato Monte Orientale, Cimone di Fanano, Cimon dell’Alpi, Alpone e, infine, Cimone. Numerosi reperti romani rinvenuti a Pian Cavallaro testimoniano come la montagna fosse abitata fin dall’antichita’ e che, per la sua posizione strategica, abbia costituito una meta obbligata per regnanti, militari, geografi, topografi e scienziati.
Prima di oltrepassare le due piramidi che contraddistinguono il Valico dell’Abetone, si va a destra lungo la strada per Fiumalbo, ma dopo poche decine di metri si va ancora a destra per la strada che sale verso l’Uccelliera. Prima della sbarra che vieta il transito alle auto ha inizio il percorso: Abetone (quota 1388). Oltrepassiamo la sbarra e ci dirigiamo sull’ampia strada carreggiabile, seguendo il sentiero Cai n. 00, che costeggia gli abeti di Monte Reniccione fino a pervenire ad una sella, localita’ Verginetta (quota 1475) dove si trova una bella fonte costruita dal Corpo Forestale dello Stato. Da qui seguiamo l’ampia pista forestale, in inverno usata come pista da sci di fondo, che prosegue sulla sinistra, abbandonando il sentiero Cai 00 diretto verso la cima del monte Maiori. Camminando nella faggeta giungiamo in una zona nota come Serrabassa delle Verginette: qui incontriamo di nuovo il sentiero Cai 00 e proseguiamo. In breve arriviamo ad una sella chiamata Serra delle Motte o Foce delle Verginette (quota 1502, 1 h. dalla partenza) dalla quale anticamente transitava la strada che da Rivoreta, in versante pistoiese, conduceva a Fiumalbo, in versante modenese. In questa zona, proprio ai piedi del sentiero che conduce verso il Libro Aperto, si trova una costruzione nota come Casa di Lapo, che nel periodo estivo fornisce un servizio di ristoro con primi piatti e panini. Da Foce delle Verginette inizia l’ascesa vera e propria al Libro Aperto lungo il sentiero Cai 00 di crinale in direzione nord – est: dapprima si attraversa un bosco ceduo di faggi e poi si prosegue tra vaste praterie ricoperte a mirtilli, costeggiando i cippi confinari posti in loco nel Settecento. Il sentiero sale poi fra magri pascoli e grossi massi con il panorama che diviene sempre piu’ ampio e con lo sguardo che spazia su tutto il crinale appenninico: dopo 1 h. e 15 minuti che abbiamo lasciato la Foce delle Verginette (2 h. e 15 minuti dalla partenza) arriviamo sulla vetta del monte Belvedere (quota 1895,) una delle due vette del Libro Aperto, che si trova in versante pistoiese ed e’ cosi’ chiamata perché da essa si gode di uno splendido panorama sull’Abetone. Da qui si scende ad una marcata depressione denominata La Spianata o la Selletta del Libro Aperto (quota 1800) ancora oggi conosciuta in versante pistoiese come Passo delle Mandrie e che costituisce l’alto bacino imbrifero del Rio Maggiore: la si attraversa per risalire verso l’altra cima del Libro Aperto, il Monte Rotondo (quota 1936, 2 h. e 45 minuti dalla partenza), in versante modenese. Dalla cima del monte Rotondo si discende, lungo il sentiero Cai n. 449 (che seguiremo fino al Cimone) prestando attenzione, ad una forcella erbosa e, quindi ad un altro passo al quale giungono il sentiero 435, proveniente da Bellagamba di Fiumalbo, il sentiero 435 che scende ai Taburri, e il sentiero 433 diretto al Pizzo dei Sassi Bianchi. Proseguiamo ora il cammino in direzione del monte Cimone seguendo il sentiero Cai 00, che si snoda sul crinale appenninico fra la Valle di Fellicarolo a destra e quella di Fiumalbo a sinistra. Superiamo un tratto roccioso e poi una zona prativa: ora la cresta si sdoppia e in un avvallamento del terreno si trova una pozza d’acqua, dalla forma circolare, che secca solo in piena estate. Superata questa pozza si raggiunge la vetta del monte Lagoni (quota 1962). Dalla cima del monte Lagoni si cala alla sella che separa questa montagna dal monte La Piazza: sella Lagoni – La Piazza (quota 1700). A questa sella fa capo il sentiero Cai n. 489 che conduce a Doccia. Sempre seguendo il sentiero Cai n. 449 saliamo su terreno detritico per arrivare in vetta al monte La Piazza (quota 1872), contraddistinto da un’ampia spianata. Si scende ora di quota per poi risalire sul crinale principale ed affrontare il punto del percorso che presenta la massima pendenza: si supera il fianco occidentale del monte Cimoncino (quota 2118) pervenendo ad una depressione a quota 2099, dove s’incontra il sentiero Cai n. 439 che scende alla Buca dei Cimone. Noi, pero’, proseguiamo sempre il cammino sul sentiero Cai n. 449 fino a raggiungere le costruzioni militari e la Cappella della Madonna delle Nevi, che contraddistinguono la vetta del monte Cimone (quota 2165, 5 h. dalla partenza).