Corno alle Scale (da Pracchia)

Corno alle Scale 1

Il monte Corno alle Scale e’ formato da due cime, la Punta Sofia (1939 m. s.l.m.) e la Punta Giorgina (1945 m. s.l.m.): sulla Punta Sofia e’ posta una grande croce metallica, che alcuni anni fa ha sostituito un’altra croce distrutta con la dinamite in un insensato atto vandalico. Il massiccio montuoso del Corno alle Scale, situato nell’Appennino tosco – emiliano, e’ caratterizzato da strati d’arenarie messe a nudo nelle strette pareti del versante orientale mentre il versante che confina con l’Alto modenese e con la Toscana e’ ricoperto interamente da estesi boschi di castagni, faggi e conifere, salvo che nella parte piu’ elevata caratterizzata da vaste praterie. Questo lunghissimo itinerario ha inizio da Pracchia: tempo necessario a compiere il percorso 7 h., dislivello 1430 metri.

Da Pracchia (quota 617) procediamo lungo la strada che conduce a Porretta Terme, ma un km. circa dopo il paese dobbiamo prendere una strada a sinistra che conduce nella localita’ dell’Orsigna. Raggiunta Orsigna (quota 805) proseguiamo ancora per 2 km. oltrepassando Case Lavacchini (quota 899), dove c’e’ una grande e bella fontana, la Fonte di San Camillo, recentemente restaurata e sfiorando Case Corrieri, Bivio per case Corrieri (quota 944), per imboccare la strada sterrata di sinistra che prima attraversa un torrente e poi, superata una sbarra (per altro sempre alzata) della Comunita’ Montana in localita’ Il Salatoio (quota 976), sale nel bosco di faggi. Dopo alcune strette curve e’ possibile rifornirsi d’acqua ad una fontanina che si trova sul lato sinistro della carreggiata: si prosegue poi lungo una serie di tornanti fino a quando sulla nostra destra notiamo l’inizio del sentiero Cai n. 25: siamo in localita’ Pian Selvano (quota 1260). Si procede ora in ripida salita seguendo i segnavia bianco – rossi del sentiero, che, spesse volte, attraversano la carrozzabile che conduce a Pian Grande. Dopo una dura salita raggiungiamo il Rifugio Porta Franca (quota 1564) in concessione al C.A.I. di Pistoia: questo rifugio dispone di numerosi posti letto, cucina, servizi (all’esterno e’ possibile anche rifornirsi di acqua) e, inoltre, dispone anche di un locale sempre aperto, da usare in caso di necessita’ quando il rifugio stesso e’ chiuso (per informazioni telefonare al Club Alpino Italiano sezione di Pistoia tel. 0573 / 490338). Dal Rifugio di Porta Franca proseguiamo lungo il sentiero CAI n. 5 che ci conduce in pochi minuti ad incrociare lo 00, il sentiero di crinale che prendiamo per andare a sinistra, costeggiando i pendii del Monte Gennaio (1814 m. s.l.m.), per pervenire alla Fonte dell’Uccelliera (quota 1675,), contraddistinta dalla presenza di una bella croce: questa e’ senza dubbio una delle fonti piu’ antiche e famose di tutto l’Appennino tosco – emiliano. Proseguiamo poi lungo lo 00 fino ad arrivare con altri 45 minuti di cammino al Passo del Cancellino (quota 1634,) dove spira sempre un fortissimo vento: questo passo trae il suo curioso nome da un cancello che, anticamente, dava accesso ai pascoli recintati del Granduca di Toscana per separarli dai pascoli dell’Emilia che, allora, erano compresi nello Stato del Vaticano. Andiamo ora ad affrontare il ripido Passo dello Strofinatoio (quota 1847,) ricordando che proprio di qui transitava la piu’ importante via medioevale dell’Appennino. $p01 Questa era una preistorica strada di caccia risalente, addirittura, al Paleolitico Superiore (periodo che va dai 40.000 ai 10.000 anni a.C.) come attestano alcuni manufatti rinvenuti lungo il percorso. Questa strada e’ stata usata successivamente usata dai Romani prima della costruzione della via Emilia, avvenuta nel 187 a.C.: in particolare Plauto e Sallustio ci danno notizia dell’esistenza, sull’Appennino pistoiese, di una strada romana che doveva essere la piu’ breve per collegare Roma con la regione Padana. Il percorso di questa strada, poi chiamata Via Guelfa, era il seguente: aveva inizio da Serravalle, raggiungeva Casore del Monte, poi costeggiava il Monte alle Croci (m. 740), andava alla Femminamorta , quindi Prunetta, Gavinana, costeggiava i Monti Terminaccia (m. 1154) e Crocicchio (m. 1365), andava alla Maceglia (m. 1424), quindi al Passo della Nevaia (m. 1617), aggirava il Monte Gennaio (m. 1814), giungeva al Passo del Cancellino (m. 1634), saliva al Passo dello Strofinatoio (m. 1807), da qui va a sinistra verso il Passo dei Tre Termini (m. 1785), aggirava il Lago Scaffaiolo ed il Monte Cupolino (m. 1853) e giungeva al Passo della Calanca per proseguire, poi, verso Fanano attraverso Ospitale. Resti di questa strada sono ancora presenti sul terreno, dalla Valdinievole fino a Fanano: una tomba romana a incinerazione al margine di questa strada, nei pressi di Casore del Monte, in localita’ Smilea (questa parola e’ la deformazione del termine mausolea, con il quale gli agronomi romani indicavano i cippi o cumuli di pietra che delimitavano le linee di confine della proprieta’); presenza di fortificazioni e di un’epigrafe di eta’ bizantina nei pressi di Casore del Monte; ritrovamento di tre villaggi di eta’ tardo romana e di una moneta a Gavinana, nel luogo detto Viaccia (ossia, antica strada) e altri ancora. Dal Passo dello Strofinatoio andiamo a destra lungo il sentiero CAI n. 37 che ci conduce in pochi minuti sulla vetta del Corno alle Scale (quota 1945, 7 h. dalla partenza).

Crinale dell’Appennino

Corno alle Scale 2

L’alba dalla vetta del Corno alle Scale

Orsigna

Case Corrieri

Rifugio Porta Franca

Passo del Cancellino

Passo delle Strofinatoio

Una sosta

Monte Cupolino