Il borgo d’Equi Terme si trova nella Lunigiana orientale, affacciato sul canyon omonimo, una stretta gola scavata dal fiume, ai piedi delle Alpi Apuane, nella Valle del Lucido di Equi. Noto ora come stazione termale, si presenta come tipico borgo medievale inserito in uno scenario naturale suggestivo; era conosciuto fin dall’epoca dei romani per le straordinarie proprieta’ delle sue acque, che sgorgano a 27 gradi nelle valli circostanti l’abitato. Nel Paleolitico la Valle del Lucido fu frequentata da gruppi di cacciatori neanderthaliani: qui trovavano molti animali da cacciare, fra cui cervi ed orsi delle caverne, quegli orsi che trovavano nella Tecchia d’Equi riparo per il loro letargo. Nei pressi del borgo si possono visitare la Tecchia e la Buca d’Equi, dove sono state rinvenuti resti d’orso delle caverne e d’altri animali che popolavano l’area. La zona e’ ricca d’acque, anche termali, tante che in paese si trovano le Terme, aperte da giugno ad ottobre, che offrono tutte le cure tipiche di questi centri come cure inalatorie, balneoterapia, vasculopatie periferiche e massaggi. Ad Equi, nelle festivita’ natalizie, avviene la rappresentazione del Presepe Vivente, sicuramente tra i piu’ belli che si possano vedere, perché inserito in uno scenario naturale unico: ogni edizione attira migliaia di visitatori, desiderosi d’ammirare lo scenario suggestivo del borgo, sovrastato dalle rocce, e illuminato dalla luce delle torce.
Fu antichissimo possesso dei Bianchi d’Erberia: Nella prima metà del XIV secolo passa a Spinetta Malaspina, che, con il testamento del 1352,lo assegnerà ai marchesi di Fosdinovo. Nel 1366viene unito a Castel dell’Aquila, dal quale si staccherà nel 1418 mettendosi sotto il dominio di Firenze. Dal 1451 la podesteria di Codiponte, della quale Equi faceva parte, passa sotto il capitanato di Castiglione del Terziere; infine, nel 1772 viene inserito nel vicariato di Fivizzano. Il borgo è quindi d’origini molto antiche, conserva ancora aspetti caratteristici legati alla sua storia, sia nella costruzione delle case sia nei suoi vicoli ripidi e tortuosi. Proprio uno di questi, via Castello, ci conduce nel sagrato dove sorge la bella e antica chiesa dedicata a San Francesco, che è citata negli estimi del1470 dipendente dalla pieve di Codiponte. Al sui interno si trovano alcuni affreschi rovinati dal tempo: gli antichi registri parrocchiali andarono distrutti durante la rappresaglia nazista dell’agosto1944. Una data importante per lo sviluppo del paese è il 21 marzo 1959, quando venne inaugurata la ferrovia Aula – Equi. Nel dicembre 2005 si è risolta una spinosa questione amministrativa che, in pratica, riunisce sotto un unico Comune, quello di Fivizzano, gli abitanti di Equi. Infatti, questo borgo era diviso in due con il torrente Catenella a fare da confine; una parte di abitanti era sotto il comune di Fivizzano, un’altra parte sotto il comune di Casola in Lunigiana.