Retignano

Chiesa di San Pietro

Lungo la Strada del Cipollaio, a ridosso dei venti di tramontana e in posizione allungata con case che seguono il profilo della collina, sorge su pendii aperti a mezzogiorno il paese di Retignano.  E’ ricordato per la prima volta nel 1018 con il nome di Ratiniano, derivato dal latino Retinius, ma le sue origine potrebbero essere anche più antiche. In questo documento il vescovo di Lucca Grimizio stabilisce che una parte delle rendite di alcuni terreni lavorati dagli uomini di Retignano, dovessero andare a beneficio di Donuccio da Porcari detto Sirichello. In un altro documento datato 1220 si legge che il villaggio viene eretto a Curia per volontà del vicario Bonifazio di Santa Felicita di Valdicastello, alla presenza di religiosi di Corvaia. Dal XII secolo fino alla seconda metà del XVIII rimane comune autonomo, in seguito, per volontà del Granduca di Toscana Leopoldo, furono aboliti i piccoli comuni togliendo a Retignano quei privilegi che aveva in passato. La chiesa parrocchiale è dedicata a San Pietro ed ha la facciata costruita interamente in bozze di marmo squadrate. Edificata nell’VIII secolo, subì in seguito numerose ristrutturazioni. L’edificio religioso, ad una sola navata, contiene opere di eccellente fattura. Nel 1526 si costruì il presbiterio. Nel 1563, con il marmo delle cave della Ceragiola, venne costruito l’occhio della facciata dal mastro Giovanni da Bedizzano; in seguito il fonte battesimale in marmo dallo scultore Giovanni da Sarzana detto Picchia. Ciò fa presupporre che alcuni anni dopo la chiesa divenne indipendente dalla Pieve di Santa Felicita di Valdicastello, potendo così battezzare e dispensare i sacramenti. All’ingresso un’acquasantiera in marmo del XVI secolo. Due pale d’altare in marmo ben lavorato sono opera dello scultore Lorenzo Stagi, padre del più famoso Stagio. Entrambe le pale provengono da una chiesa, probabilmente quella di Sant’Agostino di Pietrasanta. Per arricchirne il prestigio gli abitanti del paese fecero realizzare nel 1867 da Jacopo Benti l’altare del Rosario. L’edificio religioso è dotato anche di preziosi arredi sacri, una croce astile del XIV secolo di bottega senese in argento sbalzato, un ostensorio in argento sbalzato del XVIII secolo di Ottavio Nuti ed altri oggetti. Vi era anche un piccolo dipinto raffigurante l’Annunciazione, assai venerato dai abitanti, ma, purtroppo, nel 2009 e’ stato rubato. Poco distaccato dall’edificio sorge, edificato nel 1600, il campanile. Nel luogo chiamato Canovaria venne installato nel 1668, per volere di Cosimo III, un mulino che fu per una parte dell’ospedale di San Pietro e per l’altra della cappella di Santa Croce. Molto rinomato nel corso del Settecento, era l’allevamento del baso da seta che poteva vantare la produzione di più elevata qualità della Versilia. Nella parte alta del paese, nei pressi della chiesa, s’incontra quella che in passato era la vecchia viabilità che collegava Retignano, aggirando le pendici del Montalto, con gli abitati di Levigliani e Volegno. Testimonianze certe che ne confermano il fruire sono alcune marginette disseminate lungo il tracciato. In passato il paese e’ stato luogo di estrazione del Rosso Rubino, un marmo assai pregiato.

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