Pieve di San Bartolomeo a Spedaletto

Campanile e ingresso

La Pieve di San Bartolomeo a Spedaletto e’ cio’ che rimane dell’antico Ospizio di “Pratum Episcopi”, ovverosia di Prato del Vescovo. La presenza dell’Ospizio nella vallata del torrente Limentra rappresentava un sicuro punto di riferimento per i pellegrini che si trovavano sulla Via Francesca della Sambuca. L’Ospizio funziono’ fino al XVIII secolo, quando fu definitivamente soppresso da Pietro Leopoldo. La chiesa fu retta da monaci agostiniani, ma non si conosce la data della sua fondazione: tuttavia negli Statuti Pistoiese del 1178 è già citata e appare sotto la protezione del Comune. Tutto il complesso, dotato di chiesa dedicata a San Bartolomeo, e sicuramente fortificato, decadde fra la fine del secolo XIV e la prima metà del XV, tanto che nel 1473 divenne dipendente, con il suo patrimonio e rendite, dalla Sapienza fondata dal cardinale Niccolò Forteguerri. L’ospizio fu soppresso alla fine del XVIII secolo dal Granduca Pietro Leopoldo; la chiesa, tuttavia, che allora dovette subire rifacimenti e restauri notevoli, restò aperta al culto e officiata. Probabilmente in quell’occasione fu mutato l’orientamento della chiesa, che prima aveva l’abside ad est; attualmente una facciata tardo settecentesca si trova ad est, mentre è ridotta a parete absidale l’antica facciata, spogliata del primitivo portale, con i cui pezzi sono stati adornati il portale laterale sul fianco sud e il portale sull’attuale facciata. L’edificio presenta piana a navata unica, volte a sesto ribassato, zona presbiteriale a forma di coro quadrangolare con piccola cupola sovrapposta. L’aspetto generale dell’interno è in stile neo classico ottocentesco. All’esterno è visibile il paramento murario romanico in conci disposti a filaretto, tuttavia rimaneggiato nell’asseto da posteriori restauri; sul fianco sud si apre un portale romanico con architrave e mensole scolpite con fogliami e teste umane e leonine. Tracce delle originarie mensole di sotto gronda sono in parte rimaste sullo stesso fianco, accanto al quale s’imposta la torre campanaria con bifore romaniche.

Campanile e arco

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