La pieve di S. Michele Arcangelo sembra dipendesse in antico dall’abbazia benedettina di Fontana Taona. In seguito fu cappellania della pieve di Succida. Nel 1220 una cappella dedicata a S. Michele Arcangelo è citata in un documento bolognese come ubicata in Treppio. Nel 1366 è già citata come chiesa. Nel 1408 la chiesa di Treppio era unita a quella di Fossato (S. Lorenzo), nel 1474 le furono aggregate anche le chiese di Torri e Monticelli: tale situazione giurisdizionale durò fino al 1773. In un inventario del 1623 la chiesa è descritta come edificio a tre navate, tre altari, e con campanile. La torre campanaria venne rifatta entro il primo ventennio del ‘600 su precedente struttura di torre difensiva, da don Giorgio Fanti, parroco. Nel 1684 bruciò la canonica e fu ricostruita solo nel 1706 – 7. Dal 1667 al 1670 l’arciprete Ulivi allungò e ampliò la chiesa, con il concorso del popolo, che contribuì finanziariamente. In questo periodo furono eseguiti anche gli altari in pietra, datati 1679 l’altare maggiore, 1672 i due sul fianco sinistro,1682 l’altare di S. Rocco sul lato destro; l’ultimo, dedicato alla Vergine del Rosario, è senza data. Nel 1773 furono distaccate dalla pieve di S. Michele le chiese di Torri e Fossato. Nel 1784 la chiesa di Treppio, per decreto di Papa Pio VI, passò, insieme ad altre della zona dalla diocesi di Bologna a quella di Pistoia. Nel 1785 il vescovo pistoiese Scipione d’ Ricci vi compì una visita pastorale. Nel 1791 iniziarono i lavori di ampliamento della chiesa, cui fu aggiunta una campata (la più prossima alla facciata) e rifatta la facciata stessa, da maestro Iacopino Antonio Coli, capo maestro degli scalpellini, per ordine dell’arciprete Ulivi. I lavori terminarono nel luglio 1797. L’edificio attuale, d’imponente proporzioni, presenta all’esterno la facciata in conci di arenaria e complessa apparecchiatura architettonica: un ordine di paraste scandisce la parte inferiore della facciata, disponendosi ai canti, e in ordine binato, presso il portale, incassato e preceduto da serliana. Ai lati del portale si dispongono due finestroni rettangolari. Sopra la cornice marcapiano, dal potente aggetto plastico, che divide in due la facciata, si trova una nicchia includente una statuetta in arenaria raffigurante S. Michele che uccide il drago. Al di sopra si trova un finestrone rettangolare richiuso. Il coronamento presenta un complesso sistema architettonico di paraste binate sormontate da cornicione semicircolare, al centro, due piedritti ai lati e vasi di pietra come coronamento; questa zona centrale si raccorda con la cornice marcapiano mediante un andamento a curva leggermente concava, terminante alle estremità in due volute schiacciate. L’interno si presenta a tre navate, di bella proporzione classica, con colonne di pietra sorreggenti arcature a tutto sesto, profondo coro con parete di fondo piana, volta a sesto ribassato intersecata da spicchi che fanno posto alla luce proveniente dalle alte finestrelle che si aprono sulle pareti. Le volte delle navate laterali sono a crociera. ritmate da campate. Sui due lati si aprono due ingressi, di cui quello sul fianco sinistro dà sulla strada, l’altro si apre su uno stradello al di là del quale si trova l’edificio della canonica, datato 1706. Custodisce una bella cantoria lignea con un maestoso organo settecentesco, rifatto nel 1794 da Pietro Agati, famoso organaro pistoiese: con questo strumento musicisti provenienti da ogni angolo del mondo eseguono concerti ogni anno.
Nel paese di Treppio si trova la sede dell’Ordine delle Suore Mantellate con Oratorio – Fu costruito, insieme al convento, nel 1861. La facciata, intonacata, è a capanna, assai semplice, con portalino e finestra rettangolare sovrapposta, entrambi incorniciati di piattabanda di arenaria. L’interno è ad una sola navata, con volta a botte intervallata da ghiere ricadente su paraste, impostate sui lati. L’altare maggiore è stato rimosso nella posizione originaria nell’estate del 1975, a causa delle nuove esigenze di culto: i lavori sono stati diretti dall’architetto pistoiese Carlo Sguazzoni.