La Pieve di San Giovanni Battista a Sant’Ansano in Greti e’ stata costruita nel X secolo: Leonardo da Vinci raffigura e indica nella carta RLW 12685 la localita’ di Santosano, dove si trovava la Pieve, la quale e’ sommariamente disegnata da Leonardo come un edificio isolato dotato di una torre campanaria. Facciamo notare che con Greti s’identificava tutto il crinale del Montalbano che degrada dal Pinone e Artimino fino alla riva dell’Arno: il toponimo greti stava ad indicare il territorio ghiaioso che contraddistingue quest’area. Antica pieve matrice della comunità di Vinci, fu inizialmente dipendente dalla diocesi di Pistoia, come provato dal Diploma di Ottone III del 998 e da ben cinque bolle pontificie, dal 1105 al 1218, che ne confermano le decime ai vescovi contro le usurpazioni dei laici. Confermata ancora ai vescovi di Pistoia da Federico I, nel 1115, fu invece concessa in feudo da Federico II nel 1247 al conte Guido Guerra dei conti Guidi da Poppi. Ceduta a Firenze dai Guidi insieme a tutti gli altri loro possessi della zona nel contratto del 12545, la chiesa subì la devastazione di Castruccio Castracani nel 1326, per tornare poi nuovamente in mani fiorentina e passere nel 1478 sotto lo stabile patronato della Certosa del Galluzzo. La costruzione della chiesa fu iniziata probabilmente del 917 e venne condotta a termine intorno al 1120, col patrocinio di Matilde di Canossa. All’sterno la facciata, adorna di un grande rosone centrale, reca tracce evidenti di un loggiato su pilastri, cinquecentesco, distrutto durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e non più ricostruito; il campanile, al contrario, anch’esso rovinato in seguito ai bombardamenti, è stato ricostruito ma non presenta più le forme e le proporzioni originali. A lato della navata sinistra, nel 1669, era stato costruito un oratorio (demolito durante gli ultimi interventi di restauro) dove era stata istituita per volere dell’Ordine Certosino la Compagnia del Paradiso, che contò numerosi confratelli, anche al di là dei confini toscani. L’interno, fortemente rimaneggiato tra il XVII e il XVII secolo, presenta oggi, dopo diverse fasi di restauro, pianta rettangolare a tre navate di austero e suggestivo impianto, romanico, scandite da ampi archi a tutto sesto su colonne, con capitelli arcaici a figurazioni diverse, di gusto bizantino. Le colonne, elegantissime, furono liberate dai pilastri in cui erano state rinchiuse, durante gli interventi del 1942 – 43. Sul tergo è ancora visibile un accenno di abside, forse franata nel corso dei secoli a causa dell’instabilità del terreno, e sostituita nel ‘500 dal coro ligneo intagliato. Ricca un tempo di arredi e opere d’arte di eccezionale valore, la pieve mantiene oggi in dotazione una pala d’altare a tempera di scuola giottesca, con Sant’Ansano e angeli e una tela di Rutilio Manetti raffigurante l’Apparizione dell’Angelo a papa Alessandro I, nonché un fonte battesimale con ricettacolo degli oli santi, attribuito a Baccio da Montelupo.