L’Eremo di S. Lucia a Rosia, o meglio i ruderi di quello che era un tempo un grande eremo, appaiono imponenti: fu un grande convento degli Agostiniani, costruito grazie al contributo dell’importante famiglia senese degli Spannocchi, che ha dato il nome al borgo e alla tenuta di Spannocchia, nella quale sorge la costruzione. Oggi non restano che poche tracce della chiesa dedicata ai santi Antonio e Lucia: una parte del presbiterio e le fondamenta dei muri del perimetro esterno, dai quali si deduce come l’edificio fosse ad unica navata, coperto con volte a crociera e come le mura mostrassero l’aspetto dicromo, dato dall’alternanza di fasce in cotto con altre in pietra calcarea. Ancora imponenti sono i resti dei locali monastici, seppure anch’essi in rovina: bella la facciata sul lato del chiostro, oggi scomparso, nella quale si aprono grandi arcate sesto acute, dalle quali qualcuno ha pensato bene di asportare le cornici.
Da Rosia, 205 m. s.l.m., si segue la statale 73 per Roccastrada, si supera la sterrata che sale verso Reniere e Tonni, fino a raggiungere il Ponte della Pia, (quota 260), che appare alla nostra sinistra. Al di la’ del ponte ha inizio la sterrata per l’Eremo: oltrepassato il ponte, si va a destra sulla bella mulattiera lastricata, circondata dal bosco, che ricalca fedelmente l’antica Strada Maremmana. Si seguono le tortuosita’ del versante montuoso e, poco dopo, si arriva ad un bivio (quota 260) poco prima di una piccola costruzione. Piegando nettamente a sinistra si sale all’Eremo di S. Lucia (quota 260).