Cardoso e’ un paese dell’Alta Versilia, situato a 278 m. s.l.m., ed e’ diventato famoso per la tragica alluvione che lo ha colpito il 19 giugno 1996, alluvione che causo’ danni inestimabili e la morte di 14 persone. Il borgo, base di partenza per numerose escursioni sulle Apuane e dominato dalla mole del monte Forato, nasce nel 1407 dalla fusione di 3 villaggi: Cardoso, Malinventre e Farneta. A Cardoso sono particolarmente legato perché vi e’ nato il mio amico Agostino Bartolucci, purtroppo scomparso il 16 marzo 2006, nipote del Nonno della Pania Angelo Bartolucci. Cardoso è un centro ricco di fascino: è l’ultimo abitato della valle prima di risalire la tortuosa via che conduce a Volegno e Pruno. Nella Parrocchiale di Santa Maria Assunta si trova un bel fonte battesimale scolpito nel marmo da Donato Benti nel 1528 che fu proprietà della chiesa Agostiniana di Pietrasanta. L’edificio fu costruito nella prima metà del XVII secolo: un tempo era filiale di quello di Stazzema, dal quale divenne indipendente dal 1659. Appartiene a quest’epoca il quadro raffigurante la Vergine Maria con San Rocco e altri santi. La chiesa venne eretta a pieve nel XVIII secolo, staccata dalla diocesi di Lucca per bolla di Pio VI del 18 luglio 1789 e aggregata alla diocesi di Pisa. La costruzione del campanile, situato di fronte alla chiesa, iniziò nel 1745 grazie al lavoro di Biagio Bertoni, insieme ad alcuni paesani ed al fratello don Michele. I lavori terminarono nel 1863. Il borgo fu un tempo signoria dei nobili di Corvara e Vallecchia, i quali, fin dai tempi dei Longobardi, avevano in predominio in queste terre. L’economia poggia soprattutto sull’escavazione di un tipo di ardesia conosciuta fino dal X secolo, detta “Pietra del Cardoso“, una arenaria metaformica di alto pregio usata per stipi e pavimentazioni, esportata fin dal XIX secolo in tutto il territorio. E’ il centro estrattivo più importante di tutta l’Alta Versilia e comprende numerose cave: Piastrone, Bucino, Loppieto, Col del Tovo, La Penna. Fino dal secolo XVI, tra la piccola borgata di Orzale e il ponte di Pruno, si estraeva una pietra refrattaria molto usata per la costruzione dei forni che servivano a fondere i metalli. Infatti qui era molto comune il lavoro del “distendino“, ossia colui che distende il ferro con il maglio, il cui opificio era alimentato dalle acque dei torrenti attraverso alcune chiuse. In località Malinventre, nel 1554 fu costruito dalla società fiorentina Magona, un opificio di cui oggi si sono perse le tracce. Un’altra ferriera fu acquistata dai Lorena nel 1789 e ridotta a piccolo laboratorio nel 1801. In località la Casamenta, antico villaggio medioevale posto sotto il colle della Penna Rossa, possiamo ancora visitare, immerso nei secolari boschi di castagno, l’interessante oratorio dedicato a San Leonardo, documentato in estimi fino dal 1377. Il Santuario, come lo chiamano gli abitanti, fu ristrutturato nel 1970 dalla Compagnia del Santissimo Sacramento di Cardoso. L’interno presenta sopra l’altare maggiore una interessante tela raffigurante la Madonna col Bambino. Sulla facciata il campanile a vela.