Altopiano della Vetricia

Un abisso

L’Altopiano della Vetricia e’ un ampio pianoro roccioso compreso tra i 1.300 e i 1.500 m. s.l.m., delimitato a ovest dal Vallone della Borra di Canala e a nord dai prati dell’Uomo Morto, ai piedi della Pania della Croce, sulle Alpi Apuane. Questo pianoro, che s’affaccia sulla valle della Turrite Secca, e’ caratterizzato da grandi fenomeni carsici, con le rocce che hanno subito l’azione erosiva degli agenti atmosferici assumendo forme particolari: inoltre in questa zona e’ avvenuta un’intensa fratturazione verticale che ne ha sconvolto la superficie e che ha favorito la formazione di numerose cavita’ a pozzo, che non sono altro che fratture allargate e levigate per corrosione.
Tra gli abissi dell’Altopiano della Vetricia ricordiamo la Voragine dei Bamburzi (- 140 metri), la Buca del Ragno (- 120 metri), la Buca Larga (- 251 metri), la Specola Bassa (- 110 metri) e l’Abisso Revel, senz’altro il piu’ famoso, che presenta una lunghezza di 60 metri una larghezza di 10 metri ed una profondita’ di – 316 metri; fino a qualche anno fa era considerata la verticale assoluta piu’ profonda del mondo.

Parcheggiata l’auto in localita’ Piglionico (quota 1150) ci incamminiamo lungo il sentiero CAI n. 7 che entra in un bosco di faggi e, costeggiando il fianco della Pania Secca, prima procede in falsopiano e poi si inerpica lungo una vallata, sempre dentro la faggeta, costeggiando un rudere e una carbonaia, fino a pervenire ai pendii prativi sottostanti l’Uomo Morto, tratto di montagna posto fra le due Panie che ricorda il volto di una persona coricata e la cui massima altitudine e’ il Naso (1677 m. s.l.m.), detto anche Puntone di Mezzo al Prato. Da qui in breve tempo si raggiunge il Rifugio Enrico Rossi alla Pania, (quota 1609, 1 h. e 30 minuti dalla partenza); fonte proprio prima del rifugio. Dal Rossi in pochi minuti si perviene alla Focetta del Puntone (quota 1611, 1 h. e 45 minuti dalla partenza), foce posta al centro del massiccio delle Panie, dove si incrociano i sentieri CAI 7, 139 e 126: noi ci incamminiamo a destra sul sentiero 139 che scende nel Vallone della Borra di Canala ma, dopo poche decine di metri, si va ancora a destra fuori sentiero e ci si trova nell’Altopiano della Vetricia (2 h. e 15 minuti dalla partenza). Come gia’ detto all’inizio dell’itinerario, questa e’ una zona contraddistinta da grandi fenomeni carsici, con le rocce che hanno subito l’azione erosiva degli agenti atmosferici e che qui assumono forme veramente particolari: inoltre in questa zona e’ avvenuta una intensa fratturazione verticale che ne ha sconvolto la superficie e che ha favorito la formazione di numerose cavita’ a pozzo, che non sono altro che fratture allargate e levigate per corrosione.  Questo e’ un pianoro da percorrere con prudenza stando bene attenti a dove si mettono i piedi perché le rocce sono frastagliate e presentano buche di varia larghezza e profondita’: in questo paesaggio arido e sconvolto, ma di notevole suggestione, dominato dalla Pania, dal Pizzo delle Saette e dall’Uomo Morto, si aprono numerose cavita’, in buona parte inesplorate. Una di queste cavita’ costituisce l’apertura superiore della Grotta del Vento, il cui ingresso principale e’ posto sopra il paese di Fornovolasco, nel Canal Trimpello alcune centinaia di metri piu’ in basso: infatti la famosa Grotta del Vento ha due ingressi a quote diverse ed una temperatura interna costante sugli 11° C; il vento che le da’ il nome in estate e’ causato da una corrente discendente in quanto l’aria interna alla grotta e’ piu’ fredda e pesante di quella interna per cui tende a scendere e ad uscire dall’entrata inferiore, mentre in inverno, al contrario, l’aria interna e’ piu’ calda di quella esterna per cui tende a salire e ad uscire dall’entrata superiore posto proprio nell’Altopiano della Vetricia. Le rocce della Vetricia sono contraddistinte da profondi solchi paralleli, da solchi a doccia e da singolari vaschette dal fondo piatto, le Kamenitze, scavate dall’azione corrosiva di una alga nera. Nel procedere dentro l’altopiano si incontrano numerose cavita’, alcune segnalate, altre no e altre segnalate dagli speleologi con strani segni di vernice :ci limitiamo pertanto a segnalare quelle piu’ importanti tenendo conto che sono tutte caratterizzate da baratri verticali. Ricordiamo la Voragine dei Bamburzi (- 140 metri), la Buca del Ragno (- 120 metri), la Buca Larga (posta a quota 1535, lunga 10 metri, profonda 251 metri che consta di una serie di pozzi il maggiore dei quali di 75 m. e che e’ stata esplorata per la prima volta nel 1936 dal GSF, Gruppo Speleologico Fiorentino), la Specola Bassa (- 110 metri) e l’Abisso Revel, senz’altro il piu’ famoso. L’Abisso Revel e’ posizionato nella parte settentrionale dell’Altopiano, a nord, a quota 1453 m. e presenta una lunghezza di 60 m. una larghezza di 10 m. ed una profondita’ di – 316 – 299 m. (lembo alto e lembo basso dell’apertura): fino a qualche anno fa era considerata la verticale assoluta piu’ profonda del mondo ed anche se ora ha perso questo primato rimane sempre una voragine fra le piu’ impegnative del mondo, certamente la prima delle Apuane; prova ne e’ che dal 1931 ad oggi soltanto 5 spedizioni ne hanno raggiunto il fondo. Il GSF giunse sul fondo, costituito da un nevaio perenne, nel 1931 con l’ausilio di sole scale; nel 1962, con l’ausilio di un argano ,altra discesa da parte del Gruppo Speleologico Bolognese in collaborazione con il gruppo CAI – Uget di Torino e con il Gruppo Speleologico CAI di Perugia. Nel 1970 ritorno dei bolognesi con argano e scale leggere per raggiungere il fondo con due uomini; nel 1971 discesa classica con sole scale da parte del Gruppo Speleologico CAI di Bolzaneto e ultima spedizione nel 1974 da parte del Gruppo Speleologico di Savona con sole corde. Esplorare l’altopiano con la dovuta attenzione richiede circa 2 h., poi possiamo intraprendere il percorso inverso per fare ritorno al Piglionico ed impiegheremo altre 2 h. per un tempo totale dell’escursione di circa 6 h.: i piu’ esperti, al ritorno, possono risparmiare 1 h. di cammino perché invece di fare ritorno alla Focetta del Puntone, quando siamo in fondo alla Vetricia, nella zona dell’Abisso Revel, possiamo andare a destra in linea retta per andare ad incrociare il sentiero CAI n. 7 che scende dal Rifugio Rossi verso il Piglionico; e’ un fuori sentiero da fare con un po’ di attenzione ma se si mantiene sempre la destra non ci si puo’ sbagliare.

Torre Oliva

Cappella di Piglionico

Rifugio Rossi

Focetta del Puntone