TORRENTE OMBRONE
Il torrente Ombrone nasce convenzionalmente dall’unione fra la Forra di Veterana e il Fosso di Doccia, incontro che avviene nei pressi del viadotto ferroviario di San Mommè, in quella zona nota come “Il Viareggino”, nome dato ironicamente perché frequentato nei tempi passati dalle persone per prendere il sole e fare il bagno; fu distrutto dai bombardamenti alleati nel 1944 insieme al viadotto, questo poi ricostruito. In realtà nella zona recintata di proprietà dell’Arci Caccia di Pistoia, che si trova fra il Passo della Collina e la zona dei Lagoni, da dove ha origine il Fosso di Veterana (detto anche di Vincigliata), si trova una fonte nota come “Fontanaccio” che un tempo alimentava dieci pille in pietra, usate per abbeverare le mucche al pascolo (le pille non ci sono più, ma una è possibile ancora osservarla di fronte alla chiesa di San Matteo a San Mommè). Dieci metri sopra il Fontanaccio si trova la sorgente, da cui una tubazione in cotto portava l’acqua alle pille. Essendo questa sorgente quella situata più in alto in tutta la Valle dell’Ombrone è da ritenere pertanto che questa sia la sorgente vera e propria dell’Ombrone Pistoiese: siamo a circa 1.000 metri s.l.m.. Dopo un corso di circa 47 km. il torrente Ombrone sfocia nell’Arno in località Stazione di Carmignano, costituendo il collettore delle acque di tutta la pianura pistoiese. E’ certo che nel corso dei secoli il torrente abbia variato il suo percorso, tant’è che la strada che transita da Bonelle per San Pierino Casa al Vescovo è tutt’ora denominata via Ombrone Vecchio. Sicuramente gli argini dell’Ombrone sono stati alzati notevolmente in epoca medioevale, mentre l’alveo, riempitosi di sabbia e sassi, scorre quasi all’altezza del piano stradale. Fu nel ‘700 che il tratto dell’Ombrone compreso fra Pontelungo e Ferruccia venne modificato: i lavori procedettero per parti, mediante tagli nel punti più tortuosi, provvedendo contemporaneamente a rifare i ponti e a sistemare gli argini. Dal 1723 al 1731 si pose mano ai restauri dei ponti di Bonelle, Castellare e Ferruccia.
Percorso
Scendendo da San Mommè verso la pianura l’Ombrone, superato il bivio per la Crocetta, incontra la località di Bertocci: qui si trovavano un mulino, alimentato dalle sue acque, e una centrale elettrica alimentati dalle sue acque insieme a quelle del Fosso Torbida. La Centrale Elettrica di Bertocci fu costruita nel 1921 dai fratelli Ottavio e Guido Taddei con la denominazione “Società Idroelettrica Vallombrone Piteccio”: nel 1923 l’impianto fu venduto alla Società Anonima Forze Idrauliche dell’Appennino Centrale. Il bacino che alimentava le turbine della centrale si trova a cinquanta metri dalle prime case della Crocetta. La Centrale di Bertocci fu acquistata del 1972 dall’Enel, che poi la chiuse. Il Mulino di Bertocci, un tempo noto come Mulino di Campitelli, aveva tre macine, bottega e forno. Poco dopo l’Ombrone giunge a Prombialla, dove si trova il grande complesso che alimenta l’Acquedotto di Pistoia. Passato sotto il ponte per Villa di Piteccio, riceve da sinistra le acque del Fosso di Castagno, uno dei suoi principali affluenti: a Piteccio alimentava una Cartiera ed un Pastificio. Un tempo lungo il corso del torrente Ombrone erano numerosissime le attività produttive che sfruttavano la forza dell’acqua tante che ne ho fatto un lungo elenco che si può vedere in questo itinerario. Passati il Piestro e San Felice giunge a Ponte Calcaiola: qui il suo alveo si espande in modo notevole e qui riceve da destra le acque del torrente Vincio di Brandeglio. Poi nei pressi del Ponte Asinaio (il Ponte di Gello) ha origine la sua principale derivazione, la Gora di Gora, nota anche come Gora Ombroncello. Questo canale artificiale ha inizio mediante un manufatto a tre arcate, fornite di paratie metalliche azionate da argani. Raggiunta Capostrada la Gora si divide in due rami, uno continua a chiamarsi Gora di Gora o Gora Ombroncello, l’altro Goricina di Capostrada. Il torrente Ombrone arriva poi a Pontelungo, dove nei pressi del ponte, da destra, nel suo alveo sfocia il torrente Vincio di Montagnana. Passa da Bonelle, Ponte alla Pergola, Castellare: qui si trova il ponte più antico ancora esistente sull’Ombrone. Fu costruito nel XVII secolo (anche se fu risistemato in epoche successive) ed è divenuto il più antico ponte dopo il 1944 perché in quell’anno i tedeschi fecero crollare tutti i ponti sull’Ombrone tranne questo. Dopo il Castellare passa sotto il nuovo ponte inaugurato nel 2008: quindi procede verso Casone de’ Giacomelli, Ferruccia, dove, nei pressi della chiesa, si trova una
passerella pedonale in mattoni costruita nel 1820 in sostituzione di un guado. Arriva poi al Ponte dei Bini, dove riceve le acque del Calice e dove si trova la Cassa di Espansione di Ponte alle Vanne: quindi procede verso est giungendo a Molin Nuovo, gruppo di case situata a nord del paese di Catena di Quarrata. Qui confluiscono nell’Ombrone il torrente Bardena (o Fosso di Iolo) da sinistra e il Fosso Quadrelli da destra. Percorso un breve tratto, riceve da destra il suo affluente principale: il torrente Stella; il punto in cui avviene la confluenza è noto come Bocca di Stella. Prosegue poi verso Poggio a Caiano, ma prima di giungervi, a fianco della sua riva sinistra, si trova la grande Cassa di Espansione di Ponte a Tigliano: subito dopo la quale si trova il Ponte del Manetti. Il Ponte Leopoldo II o Ponte del Manetti scavalcava il torrente Ombrone Pistoiese nei pressi di Poggio a Caiano, mettendo in comunicazione la Villa Medicea con il complesso delle Cascine di Tavola. Costruito nel 1833, su progetto di Alessandro Manetti, risulto’ essere il primo realizzato in Italia con il metodo delle funi sospese. Era lungo trentacinque metri e largo quattro virgola settantacinque, con impalcato ligneo sospeso con funi metalliche a dodici cavi di sospensione in ferro appoggiati su piloni di sospensione in pietra. Fino a poco tempo fa restavano in piedi solo i piloni in pietra perché la campata fu abbattuta dai tedeschi nel 1944. Il 26 luglio 2019, pero’, il Ponte e’ stato aperto al pubblico, completamente ricostruito: con un percorso di 1.500 metri dal parcheggio del Barco Mediceo di Bonistallo si arriva alle Cascine di Tavola, scavalcando l’Ombrone sul nuovo Ponte e il Fosso di Filimortula su un ponte gia’ esistente. Giunto al Poggio a Caiano passa il Ponte dei Mulini e quindi il Ponte all’Asse: quest’ultimo si trova nella parte nord di Poggio a Caiano, lungo la Strada Regionale Fiorentina. Trae il nome dal fatto che quando fu costruito alcuni secoli fa era composta da assi di legno. Quando fu costruita la Villa Medicea di Poggio a Caiano, la strada che collegava questo borgo a Firenze assunse grande rilevanza ed e’ in questa logica che viene realizzato il Ponte all’Asse. Nei suoi pressi sorse anche un piccolo porto fluviale, utilizzato per abbreviare il trasporto della lana verso Prato, per collegare il magazzino della Magona granducale (ancora oggi visibile a Poggio a Caiano a breve distanza da Ponte all’Asse) e per il trasporto del ferro verso le ferriere della Montagna Pistoiese: naturalmente tutto questo quando la portata dell’Ombrone lo consentiva. Credo che pochi sappiano che un tempo l’Ombrone era navigabile dalla sua foce nell’Arno, alla Stazione di Carmignano, fino a Poggio a Caiano: i barconi venivano trainati da buoi o cavalli posizionati sull’argine. Prosegue poi verso Signa, dove in località Castelletti, si trova un grande impianto di controllo delle acque provenienti dall’Ombrone stesso e da altri corsi d’acqua, tra il quali il più importante è il torrente Vingone. Giunge quindi a Comeana, dove, poco dopo, si trovava il Ponte di Riboccatura, che era l‘ultimo ponte antico che scavalcava il torrente Ombrone prima che questi terminasse la sua corsa in Arno: situato a meta’ strada fra Comeana e la Stazione di Carmignano, era stato costruito con due arcate con pila centrale nell’alveo del torrente. Nel Seicento questo ponte fu sostituito da un ponte da due arcate, delle quali una di queste scavalcava l’Ombrone stesso e l’altra il Rio Elzana. La parte sull’Ombrone fu distrutta dai tedeschi nel 1944, perché metteva in comunicazione la viabilità ordinaria con il grande Dinamitificio Nobel, che si trovava dall’altro lato dell’Ombrone, quella sul Rio Elzana e’ tuttora in piedi. A breve distanza da Comeana, ma nel Comune di Signa, nella localita’ che ora e’ nota come Stazione di Carmignano, si trovano gli edifici dismessi di quella che era una grande fabbrica di dinamite, la Fabbrica di Esplosivi Nobel. Questo stabilimento dette lavoro a centinaia di persone: entro’ in attivita’ nel 1912. Il luogo fu scelto perche’ si trovava vicino alla ferrovia Firenze – Pisa (fu costruito un ponte ferroviario sopra l’Ombrone per collegare la fabbrica alla ferrovia), lontano da grandi citta’, con a disposizione molta acqua per gli impianti e per la sicurezza antincendio (qui passa il torrente Ombrone e l’Arno e’ vicinissimo). La fabbrica lavoro’ a pieno ritmo fino al 1944, quando il giorno 11 giugno, gli impianti, occupati dai Tedeschi, furono gravemente danneggiati da un clamoroso sabotaggio compiuto dai partigiani che fecero saltare in aria otto convogli pieni di esplosivo fermi su un binario morto alla stazione di Carmignano. Quello fu l’inizio del declino: la fabbrica fu definitivamente chiusa negli anni Cinquanta del XX secolo. Ancora oggi è possibile osservare le garitte dove stazionavano le guardie del dinamitificio. Dopo il Ponte di Riboccatura l’Ombrone va a terminare il suo percorso confluendo nell’a sponda orografica destra del fiume Arno in località Stazione di Carmignano: poco prima che avvenga questo è ancora possibile notare il vecchio ponte ferroviario in ferro che metteva il comunicazione la Fabbrica di Esplosivi Nobel con la Stazione ferroviaria di Carmignano.
Affluenti in senso orografico
Di sinistra: Fosso del Fossaccio, Fosso della Maccherina, Fosso del Castagno, Forra di Fabbricaccia, Forra di Fabbrica, Fosso del Casetto, Fosso di San Felice, Fosso della Gaggetta, Fosso di Casello Ponzano, Forra Sanguinaria, torrente Brusigliano, torrente Calice, torrente Bagnolo, Torrente Bardena (o Fosso di Iolo), Fosso della Filimortula, Gora Viaccorri, Gora bandita, torrente Vingone,
Di destra: Fosso Torbida, Fosso Ciricea, Fosso della Smotta, Fosso delle Lame, Fosso di Calappiana, Fosso di Lappato, Fosso del Piestro, Rio di Lizzanello, Fosso di Igno, Fosso di Monaverde, torrente Vincio di Brandeglio, Fosso della Casaccia, torrente Torbecchia, Rio della Fallita, torrente Vincio di Montagnana, Fosso Quadrelli, torrente Stella, torrente Furba, Fosso Colecchio, Fosso di Montiloni, Fosso di Calcinaia, torrente Elzana.
Gore dell’Ombrone
La principale derivazione dell’Ombrone è la Gora di Gora, nota anche come Gora Ombroncello: questo canale artificiale ha inizio presso il ponte di Gello, mediante un manufatto a tre arcate, fornite di paratie metalliche azionate da argani. Raggiunta Capostrada la Gora si divide in due rami, uno continua a chiamarsi Gora di Gora o Gora Ombroncello, l’altro Goricina di Capostrada. La prima entrava in città da Porta al Borgo e traversava gli attuali Corso Gramsci, Via Curtatone e Montanara, Via Buozzi, Via Cavour, Via Filippo Pacini, quindi si univa alla Gora di Scornio (canale artificiale proveniente dalla Brana) e poi si univa anche alla Gora di Candeglia (a sua volta canale artificiale proveniente dalla Bure). La Goricina di Capostrada, dopo aver attraversato l’odierna Via Dalmazia, confluiva nella Gora di Scornio.
Ponti
Dalla sorgente alla foce
Viadotto Ferroviario di San Mommè – Ponte di Villa di Piteccio – Ponte del Dispetto (a Piteccio) – Ponte di Serni (a Piteccio) – Ponte del Molinuzzo (fra Piteccio e San Mommè) – Ponte del Piestro (per Saturnana e Le Grazie) – Ponte Calcaiola – Ponte di Gello – Ponte alle Tavole – Pontelungo – Ponte ferroviario sulla Pistoia – Lucca a Pontelungo – Ponte dell’Autostrada A11 – Ponte di Bonelle – Ponte alla Pergola – Ponte del Castellare (a Bottegone) – Nuovo Ponte di Bottegone – Antico ponte della Ferruccia – Ponte dei Baldi (Ferruccia) – Ponte di Via IV Novembre (Ferruccia) – Ponte della Caserana – Ponte a Tigliano – Ponte di Caiano o del Mulino – Ponte all’Asse- Ponte di Castelletti – Ponte ferroviario sulla Firenze – Pisa alla Stazione di Carmignano
Opifici
Un tempo lungo il corso del torrente Ombrone erano numerosissime le attività produttive che sfruttavano la forza dell’acqua
Dalla sorgente alla foce
Mulino Giannini (San Mommè)
Mulino Vivarelli San Mommè)
Mulino del Diddi (San Mommè)
Polveriera (Crocetta di San Mommè)
Mulino Bertocci (Piteccio)
Centrale idroelettrica (Piteccio)
Cartiera Giacomelli (Piteccio)
Mulino di Serni (Piteccio)
Mulino Betti (Piteccio)
Pastificio Chelucci (Piteccio)
Mulino di Scatena (fra Piteccio e San Felice)
Cartiera di San Felice (San Felice)
Carbonizzo (San Felice)
Ferriera di Fabbrica (San Felice)
Ferriera di San Felice (San Felice)
Mulino del Poggiolino (Piestro)
Mulino di Piestro (Piestro)
Frantoio Boschi (Piestro)
Mulinaccio (Ponte Calcaiola)
Mulino di Sant’Atto (Ponte Calcaiola)Cartiera (Capostrada)
Mulino di Ponte alla Pergola (Ponte alla Pergola)
Mulin Nuovo (Molino Nuovo – Catena di Quarrata)
Mulino di Ponte a Tigliano (Poggio a Caiano)
Mulino del Ponte (Poggio a Caiano)
Mulino della Nave (Lecore)
Mulino di Castelletti (Castelletti di Signa)
Mulino di Riboccatura (Stazione di Carmignano)
Mulino della Fama (Stazione di Carmignano)
Fabbrica di dinamite Nobel (Stazione di Carmignano)
Il Torrente Ombrone dal Dizionario Corografico della Toscana del Repetti edito nel 1835
Ombrone Pistoiese (Umbro minor fl.) – Chiamasi Ombrone pistojese, o Ombrone minore quella fiumana tributaria dell’Arno che nasce nel luogo appellato i Lagoncelli sulla faccia meridionale dell’Appenino pistojese fra il monte delle Piastre, posto a ponente, e sulla di cui schiusa nasce il Reno bolognese, e il poggio dell’Ospedaletto, che sta al suo levante, dove sorgono le prime fonti del Limentra tributario del fiume Reno, di cotesto che avviasi nel mare Adriatico, mentre l’Ombrone pistojese si dirige con l’Arno nel Mediterraneo. Sull’etimologia dell’Ombrone pistojese molto distante dall’Ombrone sanese, che vogliono alcuni derivasse il suo nome dai popoli Umbri, allorché essi prima degli Etruschi abitarono in queste contrade, è miglior cosa non parlare, per timore di dire peggio. Le prime scaturigini dell’Ombrone pistojese trovansi sotto il grado 44° 2′ di longitudine e il grado 28° 34′ di latitudine a una elevatezza non ancora ch’io sappia calcolata, la quale però non deve essere maggiore di 630 braccia sopra il livello del mare. Dalla cima del monte le varie fonti riunite alla foce di Piteccio scendono precipitose da settentrione a ostro sino al Ponte S. Felice o del Piestro, dove si apre la pianura di Pistoja. Poco più avanti porzione delle sue acque artatamente deviasi alla sua sinistra nella Gora d’Ombroncello, ossia nella Gora di Gora; e viceversa il fiume riceve alla parte destra presso il ponte di Asinaja il tributo dal torrente Vincio di Brandeglio, più vicino a Pistoja il Torbecchia, e al nuovo Pontelungo d’Ombrone, un miglio a ponente di Pistoja, il torrente Vincio di Montagnana. Costà l’Ombrone cambiando direzione da ostro a scirocco levante percorre i lembi estremi dei Monti di sotto attraversando la pianura meridionale pistojese, dove passa sotto il ponte appellato della Pergola sulla strada Regia Lucchese, quasi 3 miglia a scirocco dalla città; poscia alla chiesa della Ferruccia è attraversato dal Ponte nuovo, sotto al quale sboccano in esso dalla sua sponda sinistra le acque unite della Brana e dell’Agna, e poco appresso quelle del Fosso Bagnolo; quindi un miglio e mezzo più avanti accoglie a destra sotto il poggio di Tizzana le
acque del torrente Stella, a sinistra quelle del fosso Bardine, finalmente fra Tizzana e il Poggio a Cajano scende in esso il torrente Furba o Forba: e in tal guisa lambendo la base settentrionale e orientale del Poggio a Cajano ripassa la strada Regia pistojese sotto un ponte nei confini della Comunità di Prato, per poi rasentare la base orientale del Monte Albano e di Comeana, dove torce da scirocco a libeccio per svincolarsi dai colli di S. Mommeo che gli si parano davanti a sinistra, e da quelli che scendono alla sua destra dal poggio di Artimino per andare a congiungersi coll’Arno sull’ingresso dello stretto della Golfolina dopo un giro di circa 26 miglia che fa l’Ombrone pistojese dalla sua origine fino costà. La Valle dell’Ombrone pistojese è occupata dal territorio di dodici comunità, che le prime nove vi sono comprese per intiero, e le ultime tre in parte.
Nome delle Comunità della Valle e Quadrati agrarj
1. Pistoja città, Quadrati 366,64
2. Porta al Borgo (fuori di Pistoja), Quadrati 36764,54
3. Porta Carratica (fuori di Pistoja), Quadrati 6173,56
4. Porta Lucchese (fuori di Pistoja), Quadrati 7669,18
5. Porta S. Marco (fuori di Pistoja), Quadrati 18996,48
6. Montale, Quadrati 12883,26
7. Monte Murlo, Quadrati 8883,66
8. Tizzana, Quadrati 12344,87
9. Carmignano, Quadrati 12865,12
10. Parato (in parte), Quadrati 14000-
11. Serravalle (in parte), Quadrati 10000-
12. Marliana (in parte), Quadrati 4400-
Totale, Quadrati 146347,31
Corrispondenti a miglia toscane quadrate N° 182 e 1/4
Gioverommi della cortesia del sig. commendatore Cavalier Alessandro Manetti per far conoscere ai miei lettori il grande vantaggio che le campagne irrigate dall’Ombrone pistojese hanno ritratto dalle Serre, o Chiuse, per cui sono stati riparati gli alvei dei superiori suoi influenti e del fiume stesso dopo il 1835. Sino all’anno 1558 l’ingegnere maestro Girolamo di Pace da Prato rappresentando alcune cose al Granduca Cosimo I, aveva fatta menzione dello straordinario ingombro e riempimento dell’alveo d’Ombrone nella pianura di Pistoja, ed altamente biasimava nei Pistojesi la trascuranza dei loro fiumi nell’alto della valle. Quella trascuranza era giunta a tanto, che un secolo e mezzo dipoi si dové forzatamente pensare ad un rimedio. Seguitando però anche allora l’antica consuetudine di riparare i fiumi nel basso, fu creduto che invece di rifarsi dai primi rami sarebbesi più efficacemente provveduto a tutto col procurare un più libero corso all’Ombrone nella parte inferiore; e sopra cotesto principio si pose mano all’allargamento e rettificazione di un notabile tratto di esso. Importarono quei lavori ai possessori di un territorio di non più di 70 miglia quadrate di estensione la esorbitante somma di circa 90 mila scudi, senza che i terreni della pianura risentissero da tale intrapresa altro che il precario vantaggio derivante dall’aumentata pendenza fra i punti estremi della nuova inalveazione; poiché in tal maniera protraendosi più oltre che per l’innanzi il limite delle ghiaje, ne conseguì in breve tempo un notabile rialzamento del fondo del fiume sulle adiacenti campagne. Non era facile di persuadere la maggior parte dei possessori del piano che dallo stabilimento di lontane Serre o Chiuse nei seni dei monti, per cui discendono gli influenti di Ombrone, dovevasi attendere che rimanessero in gran parte prevenute o trattenute le corrosioni e le frane incessanti delle pendici non ferme, tra le quali essi scorrono in escrescenza precipitosi; e che perciò, impedite le piene contemporanee dei primi fra essi, sarebbe stato anche tolto al fiume nel quale dipoi si gettano una gran parte del suo impeto: per modo che ne sarebbe conseguito coll’avvantaggiamento delle condizioni degli alvei quello altresì della intiera pianura.
Solamente verso l’anno 1821 avendo le respettive locali deputazioni apprezzata al giusto la congruità del provvedimento delle Serre, dopo aver creato una deputazione centrale, e dopo ottenuto favorevole anche il voto del Prof. Petrini, si accinsero a portare coraggiosamente ad effetto il provvedimento medesimo. Data opera nel 1823 alla grande intrapresa sotto la superiore direzione di Alessandro Manetti, oggi capo del dipartimento generale delle acque e strade colla vigilanza dell’ingegner locale Marco Gamberaj e con quella dei respettivi deputati per l’economico, vennero per primo saggio costruite le Serre attraverso ad alcuni influenti del Vincio di Montagnana, quindi si estesero i lavori agli altri influenti ed all’Ombrone medesimo, per modo che nel 1835 aveano già avuto completo termine le immaginate Serre in numero di 196, delle quali 14 si trovano costruite sul Vincio di Montagnana e suoi influenti, 17 sul Vincio di Brandeglio e suoi tributari, 3 sulla Torbecchia, 5 sul Piestro, e 3 finalmente che attraversano lo stesso fiume Ombrone.
Ogni Serra fu costruita con solido muramento di pietre commesse quasi cunei a modo di volta convessa col dorso rivolto all’incontro della corrente dell’acqua, impostata sopra solido fondo e incassata quanto più stabilmente si poteva tra le opposte ripe con largo e ben costrutto batolo al piede della caduta, che fu elevata d’appiombo. Taluna di questa grandi opere si compone per sino di settemila braccia cube di muramento. Importarono i lavori lire 112,562, e più lire 19,080 per la loro amministrazione e vigilanza. Cosicché la somma erogata nella costruzione delle indicate 196 Serre ascese nel totale a lire 131,642. Il vantaggio maggiore dovuto allo stabilimento di tali Chiuse si è quello di aver preservato gran parte della pianura pistojese dalle rotte devastatrici d’Ombrone, le quali contemporaneamente si vedevano accadere nei vicini torrenti. Quindi la diminuzione delle imposizioni gravanti le campagne nelle adjacenze di detto fiume, le quali imposizioni per i terreni limitrofi agli altri fiumi sono si conservate presso che in egual misura delle precedenti.
Resulta di fatto dal confronto istituito tra quelli aggravj precedentemente e posteriormente alla edificazione delle Serre d’Ombrone e dei suoi influenti: che l’imposizione sulle limitrofe campagne per 12 anni dal 1816 al 1827 ascese a lire 312896, ossia a lire 26074 in anno comune: mentre il suo ammontare dal 1828 al 1840 nel periodo di 13 anni non superò le lire 169097, vale a dire lire 13007 in anno comune, ciò che corrisponde prossimamente alla metà della spesa antica.
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Quello che resta del Ponte di Riboccatura distrutto dai tedeschi nel 1944 |
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