Vecchietto

Chiesa di San Bartolomeo

Alcuni storici della Lunigiana, da “un inventario della Lunigiana nel Cinquecento“, ipotizzano che questa comunità potrebbe essere quella citata nel codice Pelavicino in un documento del 1233,nel quale sono descritti i confini di Ponzanello: .. a Serra de Vecheto…ad Serram Vecheti.. Vecchietto è un piccolo nucleo di case che si disegnano lungo i contorni del colle: la struttura è tipica dei borghi rurali costruiti in pietra, in cui interessanti e semplici portali fanno bella mostra assieme a numerose maestà in marmo, lungo gli stretti vicoli comunicanti tra loro grazie ai numerosi archi e corridoi voltasti. E’ situato a 267 m s.l.m. poco sotto il borgo di Bibola: nel Cinquecento, assieme a Gorasco, formava la comunità di Bibola, di cui entrambi erano “Ville“, autonoma da quella di Aulla e con i suoi circa mille abitanti la superava sotto l’aspetto demografico. Il termine “Villa” era già noto in epoca romana: nel medioevo stava ad indicare un piccolo villaggio rurale sorto nelle vicinanze di una casa signorile. Nel caso di Bibola, i signori che vi abitavano avevano allargato i propri confini nella campagna circostante con la costruzione delle prime abitazioni a scopo agricolo, che,  in seguito, formarono il primitivo villaggio. Disponeva di terreni collinari e di fondovalle ben coltivati ed esposti al sole: da sempre ha basato la propria economia sulla coltivazione dei prodotti della terra,. Le abitazioni contadine, sparse nelle vicinanze, prendevano il nome di Mugnaiti, nome ancora oggi ricordato da coloro che ancora abitavano alla “Villa”. Nella storia di Vecchietto, secondo alcune fonti, sarebbero esistiti del fortilizi risalenti alla metà del XV secolo, i quali potrebbero identificarsi con una parte di borgo chiamata tuttora Castello. Oggi non se ne ha più traccia perché inglobati nella struttura del paese. All’ingresso del paese sorge la chiesa dedicata a San Bartolomeo, con dietro lo svettante campanile dalla sommità triangolare. Era sottoposta in origine all’abbazia di san Caprasio di Aulla. E’ ignota la sua data di costruzione, ma comunque esisteva già alla fine del XVI secolo. Fu voluta e costruita dalla popolazione a causa della distanza da Bibola e per il disagevole percorso che gli abitanti dovevano fare. Divenne chiesa parrocchiale nel 1634 per volontà del vescovo di Luni – Sarzana Domenico Spinola, il quale, sotto la pressione della popolazione, la separò così da quella di Bibola; l’anno successivo iniziarono i primi battesimi. Nel 1635 gli abitanti si autotassarono per arricchire l’edificio religioso di altari e di ogni altra utilità; purtroppo nell’anno 1790 un incendio la danneggiò.