Lo Scalari e’ una montuosita’ posta tra il Valdarno superiore e la valle dell’Ema: sulla sua sommita’ sorge l’antica Badia, sul confine della comunita’ di Greve con quella di Figline. Intorno al Mille i monaci s’installarono su quest’altura: nel 1040, dopo aver ricevuto in dono le terre dai signori del castello di Cintoia, vi costruirono un monastero. In origine la Badia di Monte Scalari consisteva solo in un piccolo e rozzo oratorio di pietra dedicato a San Cassiano martire da San Giovanni Gualberto, fondatore dell’Ordine dei Vallombrosani: svolgeva funzioni di Hospitium, cioe’ di ricovero e posto di ristoro per i viandanti. In seguito il monastero divenne cosi’ importante che, per due secoli, vide affluire lasciti e legati da parte delle nobili famiglie del territorio, finché nel 1137 fu innalzato ad Abbazia. L’oggetto piu’ raro della chiesa si trovava nella torre campanaria costruita in pietra serena a grandi bozze: era la grande campana lavorata a bassorilievi, con figure e ornati, che fu posta nella cella campanaria dopo essere stata fusa da Andrea del Verrocchio: dopo la soppressione della famiglia Vallombrosana per ordine del granduca di Toscana Pietro Leopoldo, la campana del Verrocchio nel 1808 fu acquistata dal pievano Sacchetti di san Pancrazio nel Valdarno, dove, nel 1815, si ruppe. Per somma ignoranza del Pievano e per negligenza delle autorita’ fu quindi rifusa e ridotta piu’ piccola e cosi’ la grande opera del Verrocchio ando’ miseramente perduta. Danneggiati dall’esercito tedesco alla fine della seconda guerra mondiale (fu abbattuta anche la romanica torre campanaria), gli edifici della badia sono oggi in stato di quasi totale abbandono, ma le mura possenti e l’antico portale, ancora sovrastato da una gran terracotta robbiana con lo stemma di Vallombrosa, ce ne comunicano l’antico splendore.