Compreso tra le acque del Serchio e dei suoi affluenti Ania e Fegana, il comune di Coreglia Antelminelli, gia’ sede di un’importante vicaria lucchese, si estende fino al monte Rondinaio, salendo dai 117 metri della zona pedo – collinare fino ai 1964 della cima appenninica. Coreglia Antelminelli, adagiata sui contrafforti dell’Appennino, immersa nel verde delle sue selve, conserva monumenti legati alle sue vicende storiche: come la massiccia torre della rocca, ora divenuta il campanile della chiesa parrocchiale di S. Michele, o la chiesa di S. Martino, risalente addirittura al X secolo. Il borgo, che nel Settecento ed Ottocento aveva visto emigrare molti dei suoi abitanti, e’ famoso nel mondo per i figurinai, coloro che costruivano statuette di gesso andandole a vendere in giro per i cinque continenti. All’origine di quest’attivita’ c’era sempre uno scultore, il quale, ispirandosi ad opere d’arte o creando modelli originali, ricavava delle forme dalle quali, poi, con un getto di gesso fresco, si potevano ottenere le figurine. I figurinai una volta in possesso delle stampe bone si provvedevano di tutto il materiale necessario all’industria ambulante e partivano arditamente per il mondo: per la Francia, la Svizzera, la Germania, l’Austria, la Spagna, l’Inghilterra e paesi ancora piu’ lontani. Ci fu chi arrivo’ in Canada e chi raggiunse New York. Si formavano per lo piu’ delle compagnie dirette da un capo e formate da figurinai veri e propri che fabbricavano i pezzi destinati alla vendita, e da uno stuolo di giovanissimi garzoni, reclutati nei paesi con la garanzia di ricevere vitto ed alloggio e una percentuale sulla merce venduta. I garzoni, infatti, erano incaricati di smerciare le statuine e andavano in giro per le strade di Parigi, Londra, o di Bruxelles, portando sulla testa una tavola di legno (detta galera) sulla quale erano esposte le figure. Non mancavano, per altro, solitari girovaghi che andavano alla ventura con un paniere di stampe bone, vendendo di giorno e lavorando il gesso di notte in squallide soffitte o cantine, in stanze di fortuna reperite nelle periferie cittadine. Le compagnie partivano da Barga, da Tereglio, da Bagni di Lucca, ma, soprattutto, da Coreglia Antelminelli.