Il monte Cavallo è una delle più belle vette delle Alpi Apuane, ma anche una delle più difficili da raggiungere: è formato da quattro cime chiamate “gobbe”, che da nord a sud raggiungono rispettivamente quota 1889, 1895 (seconda altezza delle Apuane dopo i 1946 m. del Pisanino), quota 1874 e quota 1851; si trova sullo spartiacque principale della catena, compreso fra la Foce di Cardeto e il Passo della Focolaccia. La montagna si presenta come una muraglia formata da calcari selciferi e diaspri: entrambi i suoi versanti precipitano a valle con pendenze impressionanti; nel lato che guarda verso il mar Tirreno le “gobbe” diventano dei lastroni ripidissimi, che si coprono d’erba non appena la pendenza si fa meno dura. Sicuramente raggiungere le quattro cime del Cavallo è un’esperienza riservata solo agli escursioni più esperti, tanta è la ripidità dell’ascesa e la impressionante pendenza dei suoi versanti.
Parcheggiata l’auto nei pressi del ristrutturato Rifugio Donegani (quota 1150), scendiamo di qualche decina di metri lungo la carrozzabile e prendiamo a destra il sentiero CAI n.180 che si dirige verso Foce di Cardeto. Dopo 40 minuti di cammino arriviamo ad un bivio: andiamo a sinistra lasciando a destra il recente raccordo tracciato per arrivare al nuovo “Rifugio Orto di Donna”, costruito dal Parco regionale delle Alpi Apuane nei pressi della ex cava 27. Superato il rio Sambuco, ci inerpichiamo nel bosco di faggi giungendo alla Foce di Cardeto, quota 1.670 (1 h. e 30 minuti dalla partenza) in una zona contraddistinta da enormi massi caratterizzati da stratificazioni molto interessanti: nella zona, sempre all’ombra, è presente la neve fino a primavera inoltrata. Dalla Foce di Cardeto, che mette in comunicazione la Val Serenaia con la Valle dell’Acqua Bianca, andiamo a destra lungo il sentiero che tende piano piano a stringersi: entriamo in un canale erboso, pieno di arbusti e con ai lati gli ultimi faggi d’alta quota, che sbuca ai piedi della grande placca rocciosa della cresta nord del Cavallo. Proseguiamo il cammino lungo il filo di cresta del crinale nord della montagna verso la prima “gobba” del Cavallo: nel primo tratto ci teniamo sul versante orientale, seguendo tracce di passaggio, poi si resta sul filo di cresta (molto inclinato, intorno al 50 %), prestando molta attenzione perchè il percorso è ripido ed esposto, tanto da presentare alcuni passaggi di I e II grado, aiutati, se necessario, da un chiodo e da una campana infissi nella roccia. Giungiamo così sulla cima settentrionale, la Quota 1889 (2 h. dalla partenza): da qui scendiamo ad una insellatura erbosa dove, da est, giunge il Canale Cambron. Da questa insellatura dobbiamo superare per cresta un primo breve tratto con caratteristici lastroni tenendoci sul versante occidentale, perchè in questo punto le rocce degradano sulla destra con pendenza notevolissima: stando leggermente sul versante massese, procedendo in diagonale sulla placca, giungiamo ad una fessura erbosa, dalla quale si risale nuovamente in cresta, passando per un punto più accessibile. Anche qui è presente un chiodo in caso ci si volesse assicurare. Questo è il punto più impegnativo di tutta l’ascesa: è necessario procedere con estrema attenzione data l’esposizione notevole e la friabilità della roccia. Raggiunta la cresta riprendiamo a salire spostandoci di poco sul versante garfagnino: ora la pendenza è impressionante (55%) ma con un ultimo passaggio ripido sulla sinistra del filo di cresta, risaliamo sulla “gobba” più alta del Cavallo, la Quota 1895, (2 h. e 45 minuti dalla partenza) che rappresenta la seconda vetta delle Apuane per altezza, dopo il Pisanino (1946 m.). Da qui seguiamo verso sud l’evidente traccia che va a scavalcare le quote successive: stando sempre estremamente attenti ai sassi smossi e alla notevole esposizione, andiamo verso un tratto pianeggiante, giungiamo ad un colletto, oltre il quale la cresta s’impenna nuovamente: questo tratto è erto ed esposto e lo superiamo prima tenendoci alla sinistra del filo di cresta e poi seguendo un canale a gradini, per raggiungere la Quota 1874 (3 h. e 15 minuti dalla partenza). Iniziamo ora una leggera discesa con una facile risalita che ci porta alla Quota 1851, (3 h. e 35 minuti dalla partenza) la più bassa, e anche l’ultima, delle “gobbe” del Cavallo: da qui andiamo in discesa lungo un pendio erboso e sassoso per raggiungere alla base della montagna, la Forcella di Porta (quota 1700, 4 h. dalla partenza). Da qui, facendo una breve deviazione, raggiungiamo l’Aronte, il più alto e più antico rifugio delle Apuane, a quota 1642: è stato inaugurato il 18 maggio 1902 dalla Sezione Ligure del CAI; costruito in muratura a volta, è formato da una sola stanza e può fornire ricovero ad una decina di persone. Andiamo ora a sinistra a prendere la carrozzabile delle cave e raggiungere il Passo della Focolaccia (quota 1642, 4 h. e 30 minuti dalla partenza), devastato dalle cave. Da qui andiamo ancora a sinistra seguendo il sentiero CAI n. 1179 che va a traversare la base nord del Cavallo fino a che non raggiunge la Foce di Cardeto (quota 1670, 5 h. e 15 minuti dalla partenza): da qui seguiamo nuovamente a sinistra il sentiero CAI 180 che ci riporta al ristrutturato Rifugio Donegani (quota 1150, 6 h. e 30 minuti dalla partenza).
Sulla vetta 1 |
Foce di Cardeto |
Passo della Focolaccia |