Questo itinerario all’interno dell’Alta Valle di Vinca ricalca il percorso che i cavatori dovevano compiere per recarsi al lavoro alle cave del monte Sagro: si trattava di un’ascesa durissima, spesso compiuta alle prime luci dell’alba o, addirittura, quando era ancora buio. Parte del sentiero e’ scavata nella roccia e nel percorrerlo ci si rende conto degli sforzi compiuti da questi uomini per andare al lavoro: inoltre la valle di Vinca e’ bella, non ancora toccata dal turismo di massa e, quindi, ancora tutta da scoprire. L’itinerario ha inizio dalla Maesta’ dei Cavatori (quota 767), dove si trovano una statua ed una cappella che i cavatori di Vinca hanno dedicato alla Madonna.
Giunti alla Maesta’ dei Cavatori (quota 767), dove si trovano una statua ed una cappella che i cavatori di Vinca hanno dedicato alla Madonna, sul lato destro della strada troviamo un ampio spiazzo dove parcheggiare l’auto. Sempre sul lato destro di questo spiazzo ha inizio il sentiero CAI n. 39: lo prendiamo ed entriamo in un grande castagneto. Il sentiero si snoda a mezza costa fra la fitta vegetazione fino a raggiungere il torrente Lucido di Vinca, che attraversiamo su una passerella in cemento. Risaliamo sull’altro lato della valle: ora il sentiero inizia a salire molto rapidamente in mezzo alla fitta vegetazione. Nella parte piu’ alta e’ evidente che il percorso e’ stato scavato nella montagna. Infatti, questa era la strada che i cavatori di Vinca dovevano percorrere per recarsi a lavorare nelle cave poste ai piedi del Sagro: una dura salita per recarsi a fare un duro lavoro. In 1 h. e 30 minuti di cammino, dalla Maesta’ dei Cavatori si giunge all’estremita’ del Catino del Sagro, dove termina la strada che partendo da Foce di Pianza aggira lo sperone nord occidentale del Sagro (quota 1200). A questo punto dobbiamo andare a sinistra fuori sentiero per giungere alla Foce del Pollaro: devo dire che il percorso da seguire non e’ molto evidente e numerose volte si rischia di sbagliare strada, per cui consiglio di effettuarlo solamente a persone che abbiamo una grande conoscenza di queste zone e sappiano orientarsi anche senza seguire un sentiero segnato. L’alternativa sarebbe quella di continuare sulla strada che conduce a Foce di Pianza e di andare alla Foce del Faneletto (m. 1425) seguendo il sentiero CAI n. 173: in questo caso, pero’ il percorso si allunga di molto. Torniamo pero’ a dove eravamo rimasti: giunti la’ dove termina la strada proveniente da Pianza, noi andiamo a sinistra lungo tracce di sentiero che scorrono a mezza costa nel bosco fino a raggiungere la bella radura di Pian di Maggio. Proseguiamo aggirando le pareti del Puntone della Piastra fino a pervenire, dopo 1 h. che abbiamo lasciato la strada che giunge da Pianza e dopo 2. h e 30 minuti che abbiamo lasciato Vinca, alla Foce del Pollaro (quota 1364) dove incrociamo il sentiero 173 proveniente da Foce di Pianza. Scendiamo il ripido canale sottostante aiutandoci anche con alcuni cavi metallici: questo e’ un tratto dove bisogna prestare un po’ di attenzione. Dal ripido canale ci si immette in un grande ravaneto che attraversiamo fino a pervenire poco sotto la Foce di Vinca, dove abbandoniamo il sentiero 173 per prendere invece il sentiero n. 38: seguiamo questo sentiero che scende fino a diventare un vero e proprio strada forestale (la cosiddetta Strada dei Tedeschi) che aggira tutta la testata della valle (a destra, a poca distanza, si trova il rifugio Capanna Garnerone) fino a giungere alle praterie sottostanti la Cresta Garnerone e Foce a Giovo. Qui incontriamo la strada asfaltata proveniente da Vinca: la seguiamo fino a anche non ci riporta alla Maesta’ dei Cavatori (quota 767). Sono trascorsi 1 h. e 30 minuti da quando abbiamo lasciato la Foce del Pollaro, per un tempo totale di itinerario di circa 4 h.
Sentiero dei Cavatori 1 | Sentiero dei Cavatori 2 |
Foce di Pianza | Pian di Maggio |
Foce del Pollaro |