Spazzavento e’ situato lungo la strada che unisce Pistoia a Lucca, l’antica Via Lucensis: il toponimo, citato per la prima volta in un documento del 1101, non richiede particolari spiegazioni, essendo evidente il riferimento alla particolare posizione geografica ed allo scontro delle correnti, fra libeccio e tramontana. Nel luogo dove si trova la chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Maddalena e Lazzaro, anticamente erano un ospedale ed un lazzaretto: la strada che transita per Spazzavento, infatti, e’ sempre stata frequentata perche’ lungo questa, che collega Lucca (tappa della Via Francigena) a Pistoia, passava una diramazione della Via Francigena stessa. I pellegrini venivano a Pistoia per venerare una reliquia dell’apostolo Jacopo, custodita nella cattedrale pistoiese. La chiesa parrocchiale e’ stata completamente distrutta dai tedeschi il 12 agosto 1944: quella attuale, ricostruita del dopoguerra, e’ stata aperta al culto nel 1951. L’edificio che contraddistingue Spazzavento, pero’, e’ la Villa Forteguerri, caratterizzata da quattro torrioni, uno ad ogni angolo dell’edificio.
Chiesa dei Santi Maddalena e Lazzaro – La chiesa è costituita da un volume stereometrico con un’ampia gradinata di accesso e un portico di facciata. L’impianto della chiesa è a tre navate, separate da arcate a tutto sesto su semplici pilastri; la navata centrale è coperta a capanna con capriate a vista, mentre le due navate laterali, più basse, presentano un controsoffitto piano, dipinto a cassettoni. La navata centrale e le laterali costituiscono un insieme geometrico caratterizzato da un’aula principale più alta al centro e da un anello perimetrale che l’avvolge parzialmente. Sul lato d’ingresso, le navate laterali generano simmetricamente due cappelle, una delle quali ospita il fonte battesimale; sul lato del presbiterio si concludono con altari votivi addossati alle pareti. La zona presbiteriale è incorniciata da tre arcate a tutto sesto: quella centrale, più ampia, inquadra la piccola abside a base rettangolare che conclude il presbiterio. L’interno è illuminato di luce naturale da cinque oculi sulle pareti delle navate laterali, quattro monofore sulle pareti laterali, più alte, dell’aula centrale e due rosoni.