Di Burgianico, l’antica curtis de Bruianico, abbiamo notizia per la prima volta in un documento del 998: dell’esistenza di questi estesi beni fondiari si trova menzione anche nel memoriale del vescovo Ildebrando, redatto intorno al 1132. Nel X secolo Burgianico era una delle quattro corti situate nelle immediate vicinanze della citta’ di Pistoia, insieme a Santa Cristina, Santa Maria in Brana e Vicofaro: queste corti costituivano i confini ultimi del territorio cittadino. Il vicus Bruianico, denominato alternativamente anche vicus Proianico, costituiva l’estremo limite nord della citta’. Con la costruzione della nuova strada per Modena, la Giardini – Ximenes, viene costruito il nuovo quartiere pistoiese di Capostrada: cosi’ l’antica chiesa di San Frediano si trova decentrata rispetto al nuovo corso degli eventi e viene sostituita come chiesa parrocchiale nel 1958 dalla chiesa della Madonna della Salute.
Chiesa di San Frediano – Lungo l’antica via di Burgianico, che già tra il X e il XII secolo collegava la direttrice viaria per Bologna con i percorsi che conducevano all’abbazia di Fontana Taona, sorge l’antica chiesa di san Frediano, la cui fondazione, anteriore all’XI secolo, si inserisce su un precedente insediamento di probabile derivazione romana o, forse, addirittura etrusca. Resti archeologici di tale periodo sono oggi testimoniati da una volta scoperta sotto l’area absidale durante i lavori di restauro eseguiti tra il 1988 e il 1994 a cura della Soprintendenza, con i quali l’abside e la base del campanile sono stati liberati da elementi ad uso colonico risalenti alla fine dell’Ottocento. Da notizie d’archivio si ricava che la chiesa, già sede di un’abbazia dei monaci Rocchettini, fu eretta a parrocchia nel 1443 ed è rimasta nei secoli successivi sempre aperta al culto ed officiata, pur avendo perso recentemente il titolo di parrocchia, passato alla chiesa della Madonna della Salute di Capostrada. La chiesa, pur avendo subito nei secoli trasformazioni a più riprese, conserva ancora oggi tracce della costruzione romanica, in particolare nell’impianto generale della navata e nell’abside; quest’ultima costruita in conci di alberese, è caratterizzata dalla monofora e dalla cornice di gronda su mensole ed è coperta in lastre di arenaria secondo la tradizione romanica locale. Nei primi decenni del secolo XVII, in concomitanza all’edificazione della cappella della Compagnia, furono realizzati il rialzamento del tetto e la copertura a volta della navata; a questo periodo risale anche l’altare laterale destro in pietra serena con colonne laterali e frontone incurvato comprendente un dipinto che raffigura San Frediano. Intorno al 1825 la nobildonna Maddalena Brunozzi Piccini fece aggiungere il portico frontale. una lapide sopra l’ingresso attesta che in questa data furono eseguite anche opere di decorazione pittorica degli interni, oggi scomparse.