Con il toponimo di Groppoli s’identifica la zona collinare compresa fra la Valle del torrente Vincio di Montagnana e la Valle del torrente Stella: sicuramente l’edificio piu’ importante di quest’area e’ la Pieve di S. Michele, stupendo esempio d’arte romanica, che racchiude al suo interno uno dei piu’ bei pulpiti della Toscana, pulpito eretto nell’anno 1193. Questo edificio religioso si trova sul lato piu’ alto del colle, mentre sul versante che degrada verso il torrente Stella si trovano la Fattoria e la Villa: la tenuta della fattoria comprende 220 ettari di terreno con undici casali e relativi poderi e vi vengono prodotti olio e vino d’eccellente quantita’. La Villa e’ stata costruita in tempi recenti (1865), ma sopra una costruzione piu’ antica: dal 1984 la Villa e’ sede dell’Associazione Amici di Groppoli.
Pieve di San Michele – Quella di Groppoli è una delle più antiche chiese extraurbane pistoiesi: edificata tra la fine del secolo XI e l’inizio del XII , presenta il tipico impianto romanico navata unica con abside semicircolare e torre campanaria tergale. Già poco dopo la fondazione l’aula dovette essere allungata dal lato del fronte ed altri lavori furono compiuti nel secolo XIII, quando fu concesso alla pieve il fonte battesimale. L’importante ruolo territoriale dell’edificio è testimoniato dalle sue caratteristiche architettoniche: intanto l’uso dell’alberese, anziché della più comune arenaria, poi l’accuratezza della tessitura muraria pseudoisodoma a ricorsi dimensionalmente diversificati ed infine la presenza della decorazione bicroma in facciata, limitata all’archivolto del portale e alla lunetta, ove sono inserite due tarsie marmoree (probabilmente di provenienza dall’antico altare) con palmette orientaleggianti di matrice pisano – lucchese. Nel nudo interno risaltano alcuni episodi scultorei: innanzi tutto il pulpito (datato 1193, è questo il più antico dei pulpiti pistoiesi) con l’Annunciazione, La Visitazione, la Natività e la Fuga in Egitto scolpiti sui pannelli della cassa quadrangolare; ancora non risolto è il problema della sua attribuzione, da ricercare tra le maestranze che lavorarono alla facciata di S. Andrea e S. Giovanni Fuorcivitas. Probabilmente dello stresso autore è la statua del S. Michele Arcangelo, originariamente posta in facciata ed ora collocata all’interno. Soppressa la parrocchia nel 1453,S. Michele divenne oratorio e con i fabbricati annessi fu affidato ai padri Umiliati, per breve tempo, però, giacché nel 1525 il complesso risultava locato alla famiglia Del Pino, divenutane proprietaria nel 1861. Danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale, l’edificio fu restaurato nel 1952: tuttora è proprietà privata e chiuso al culto.