Il monte Ferrato fa parte del pre – Appennino pratese e riveste una particolare importanza per l’aspetto paesaggistico, la natura geologica, la vegetazione, i resti archeologici. Il gruppo montuoso del Monte Ferrato e’ formato da tre cime: il Poggio Ferrato (420 m. s.l.m.), massima elevazione, detto anche Monte Chiesino perché qui anticamente si trovava una piccola chiesa, il Monte Mezzano (398 m. s.l.m.), sulle cui pendici si trovano le cave di serpentino, e il Monte Piccioli (362 m. s.l.m.). La montagna e’ ricca di serpentino, noto come marmo verde di Prato, pietra molto usata nell’architettura monumentale del periodo romanico – gotico e del primo Rinascimento, come si puo’ ammirare nel Duomo e nel Battistero di Firenze e nel Duomo di Prato.
Una volta lasciata l’auto nel grande parcheggio di Galceti (quota 75) che si trova di fronte al Parco Comunale, si entra dentro il parco stesso e ci si dirige verso Villa Fiorelli, per aggirarla sulla sinistra seguendo le indicazioni bianche e rosse del sentiero CAI n. 12. Si costeggia ora uno spiazzo e, andando ancora a sinistra, si sale attraverso la pineta sempre seguendo le segnalazioni che sono abbastanza evidenti. Il sentiero procede erto e ogni tanto vi arrivano alcune diramazioni da destra e da sinistra, ma occorre seguire il sentiero principale n. 12, sempre ben segnato: dopo circa 40 minuti sulla destra, in prossimita’ di una grossa roccia, si trovano alcune immagini sacre messe qui in segno di devozione e preghiera: siamo a quota 302 (punto 2 della cartina) . Proseguiamo ancora lungo il sentiero tralasciando le deviazioni che a destra ci condurrebbero agli altre due colli (Monte Mezzano e Monte Piccioli) e arriviamo, dopo circa 1 h. e 15 minuti di cammino, in vetta al Monte Ferrato (quota 420,). Il monte e’ detto anche Monte Chiesino perché qui esisteva anticamente una piccola chiesa, di cui ora restano solamente poche mura contraddistinte da una croce in legno che e’ sorretta (ahime’!!!) da un vecchio tubo di stufa. Sul pianoro sommitale si trova anche un piccolo rifugio del CAI di Prato e una piccolo croce di ferro infissa su un grosso masso. Dalla vetta del Monte Ferrato, quasi una terrazza sulla pianura pratese e pistoiese, si gode di un panorama eccellente che spazia dalle montagne della foresta dell’Acquerino, al Monte Javello, alle vette piu’ alte dell’Appennino tosco – emiliano ai monti della Calvana e, di fronte, oltre la vasta pianura che da qui ci appare come un immenso agglomerato urbano, le colline del Montalbano e i monti del Chianti.