L’Abbazia di San Giusto si trova presso il Valico del Pinone, sul Montalbano: siamo nel Comune di Carmignano. Popolarmente chiamata San Giustone, fu fondata tra l’XI e il XII secolo come abbazia cistercense o clunianense dipendente dalla vicina badia di San Martino in Campo. Una leggenda narra che sia stata eretta da un monaco eremita francese, San Giusto o Giustone, contemporaneamente alla chiesa di San Baronto, edificata anch’essa da un monaco transalpino. Designata come canonica nei Decimai pontifici del XII e XIV secolo, la chiesa è comunque sempre ricordata dalla tradizione come sede di una piccola comunità monastica. Nella diversa fattura delle bozze del rivestimento murario, l’edificio mostra con chiarezza di essere il risultato di una lunga vicenda costruttiva svoltasi in più fasi. Il parametro più approssimativo della tribuna e del fianco destro permettono, infatti, di identificare in tali sezioni architettoniche la parte più antica della chiesa. I più grossi e regolari blocchi di pietra della facciata, invece, dimostrano una fase più recente riconducibile alla seconda metà del XII secolo, epoca in cui questa fu certamente rifatta. La chiesa, dai volumi sobri e nitidi, presenta pianta a croce latina formata da un’unica navata e da un transetto trilobato, molto rialzato rispetto al restante piano di costruzione per l’esistenza di una piccola cripta, assai manomessa, coperta da pesanti volte a crociera sorrette da corte colonne. E se la copertura della navata, a volta a botte scandite da archi diaframmi, denuncia chiari influssi francesi, gli archivolti del portale e della sovrastante bifora della facciata, con l’elegante dicromia marmorea a conci bianchi e verdi, alludono ad una varietà pistoiese e pratese del romanico pisano. All’esterno sono da notare le tre absidi, nettamente separate tra di loro, con un doppio ordine di monofore, corrispondenti alla chiesa superiore e alla cripta. Sul fianco sinistro della chiesa si erge la massiccia torre campanaria separata dal corpo di fabbrica e congiunta con esso attraverso un passaggio costruito in epoca posteriore: segno che in origine doveva essere una torre militare con funzione di avvistamento e di difesa, come testimonierebbe anche la mancanza di un ingresso a livello terreno. L’interno, del quale abbiamo già ricordato la non toscana copertura a botte, mantiene perfette forme romaniche, nonostante le avverse vicende storiche che la videro nel Settecento sconsacrata e destinata ad annesso colonico. Al contrario, niente è rimasto dei locali del monastero adiacente, probabilmente saccheggiato in epoca medioevale. Dopo secoli di abbandono, a partire dal novembre 2017 è stato iniziato il suo completo restauro.