Il monte Tambura e’ la terza vetta piu’ alta delle Apuane (1890 m. s.l.m.), dopo Pisanino e Cavallo: da qualunque parte si osservi balza evidente la forma triangolare della vetta e il colore bianco che la contraddistingue. E’ una delle piu’ belle ed imponenti vette delle Apuane e con la sua mole domina la citta’ di Massa: mole che ha impressionato fino dai tempi piu’ antichi, tanto che Dante nella Divina Commedia (Inferno canto XXXII, versetto 28), per evidenziare il massiccio strato di ghiaccio nel quale sono rinchiusi fino al viso nell’ottavo cerchio (Cogito) i traditori, afferma che non si sarebbe spezzato nemmeno facendoci precipitare sopra la Tambura e la Pania
Che se Tambernicchi vi fosse caduto o Pietrapana non avria pur dall’orlo fatto cricchi (Tambernicchi sta per Tambura e Pietrapana sta per Pania).
Questo lungo itinerario, riservato solo agli escursionisti piu’ esperti, la affronta partendo da Resceto, transitando per Foce della Vettolina, Passo della Focolaccia e tornando poi dal Passo della Tambura lungo la Via Vandelli.
Dalla piazza di Resceto (quota 485) si prende a destra lungo la via Vandelli (sentiero CAI n. 166/b) fino ad arrivare a quota 627 alla Casa del Fondo (30 minuti di cammino,), un edificio recentemente restaurato: qui dobbiamo stare un po’ attenti e salire cercando le tracce della lizza, non molto evidenti. Una volta trovata la via di lizza la si affronta con determinazione e impegno perché la pendenza e’ subito impressionante (80 – 90 %), anche se la lizza e’ ben conservata. Dopo circa 1 h e 30 minuti dalla partenza si incrocia un sentiero che proviene da sinistra: da qui in breve si raggiunge Foce della Vettolina (quota 1059) antico valico di pastori. Si va ora ad affrontare la lastronata di marmo del Piastrone (m. 1357) grazie a tacche intagliate nel marmo per giungere nei pressi delle Cave del Padulello (quota 1414, 2 h. dalla partenza). Qui, anziché proseguire per le cave, visto che la lizza e’ scomparsa a causa dei detriti caduti per la costruzione della soprastante strada, si prende a destra seguendo sempre il sentiero CAI n. 166/B e, prestando un po’ di attenzione a causa di un passaggio esposto, si sale sopra la Piastra Marina a cercare la strada di cava e su questa giungere al Passo della Focolaccia (quota 1650, 3 h. da quando siamo partiti da Resceto). Prima di arrivare al passo e’ opportuno dare un’occhiata alla bella guglia della Punta Carina e al rifugio Aronte, il piu’ antico delle Apuane: la zona e’ devastata dalle cave, ma e’ di incomparabile bellezza. Dopo essersi riposati si affronta ora l’ascesa alla vetta della Tambura (m. 1890), la seconda per altezza delle Apuane; il percorso non e’ difficile, ma segue sempre la cresta del monte lungo il sentiero CAI n. 148, per cui dobbiamo stare un po’ attenti. Dopo aver superato a meta’ percorso una spalla, detta Monte Crispo, in un’ora dal Passo della Focolaccia si giunge sulla vetta del monte Tambura (quota 1890, punto 6 delle cartina).