Piazza al Serchio, situata a 523 m. s.l.m., e’ una delle cittadine piu’ importanti della Garfagnana: il suo sviluppo nel corso dei secoli e’ dovuto al fatto che si trova all’incrocio di due importanti strade, quella di fondovalle, diretta in Lunigiana, e quella diretta al Passo di Pradarena e, quindi, in Emilia. Sorge nel punto in cui si uniscono due torrenti, il Serchio di Gramolazzo e il Serchio di Soraggio (dando inizio al corso del Serchio) e dove si divideva in due direttrici la via Clodia. Unisce un antico passato, che ha origine nel basso medioevo, con un tessuto urbano moderno, una antica chiesa “Plebs de Castello” e una relativamente moderna risalente al XVI secolo. La posizione favorevole del territorio ha dato l’opportunità all’uomo di stabilirsi in questa regione fino dalla preistoria, ma testimonianze certe arrivano dal popolo Ligure Apuano, dalla romanizzazione successiva e dal ritrovamento di una necropoli longobarda. Nella descrizione fatta da Domenico Barsottini di alcune pergamene dell’archivio arcivescovile di Lucca, appare un atto, dell’8 gennaio 793, dove il vescovo Giovanni acquista da prete Rachiprando, esecutore testamentario di un certo Walprando, per cento soldi d’oro alcuni terreni e una casa padronale. Inizia così la storia di Sala, termine longobardo che nel basso medioevo indicava una casa rurale o una dimora. Per capire l’interessamento della diocesi lucchese per territori così distanti da Lucca, lo storico Mario Seghieri avanza due ipotesi: la prima, che vi fosse l’intento di frenare l’espansione dei confini ecclesiastici e politici da parte dei vescovi di Luni; l’altra, di porre una stazione di sosta lungo la via Clodia, importante arteria di collegamento con la lunigiana, l’Emilia e la Lombardia. Una successiva citazione compare in un documento del 3 aprile 883 col quale Gherardo, vescovo di Lucca, dava a Cunemondo casale con terreni circostanti don l’obbligo di migliorali dietro pagamento del canone di otto soldi d’argento (enfiteusi). L’importanza della Garfagnana, terra appetibile per la posizione strategica, contesa dai Malaspina, dalla repubblica di Firenze e Pisa, oltre che dalla stessa Lucca, si manifesta con ripetute guerre di potere per gran parte del basso medioevo. Nel corso del XV secolo numerosi borghi della Garfagnana chiedono protezione agli Estensi e la ottengono fino all’Unità d’Italia, interrotta soltanto per un breve periodo dovuto al dominio dei francesi di Napoleone: dopo l’unificazione il borgo e la Garfagnana passarono sotto la provincia di Massa – Carrara, in seguito sotto quella di Lucca. Un ruolo fondamentale nella sviluppo di Piazza si deve alla costruzione della “Plebs de Castello”, che dipendeva direttamente dalla diocesi di Luni. Oltre che diffondere il cristianesimo fin dalla proprie origini, fu anche centro di culto e sviluppo territoriale. Da questa circoscrizione dipendevano trenta chiese dell’alta Garfagnana. La primitiva chiesa sorgeva dove oggi si trova la scuola di Piazza; durante i lavori venne alla luce la grossa campana del 1271, che un’iscrizione attribuisce al maestro Marco. Attualmente si trova nel campanile della nuova chiesa dedicata a San Pietro. Sopra un imponente doglione, dominante Sala e l’antica via Clodia, fu edificato un importante castello – castrum Carfaniense – uno dei più antichi della Garfagnana, noto dopo l’XI secolo col nome di Castrum Vetus, Castelvecchio. Fece parte di un sistema difensivo voluto dal generale bizantino Narsete per proteggere la regione da incursioni provenienti da nord. Nominato dal Carlo IV nel 1376 come “Castrum Sale Episcopi”, fu per tutto il medioevo feudo dei vescovi di Lucca. Piazza al Serchio ebbe a subire parecchie incursioni tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale, ma forse la più dolorosa è quella del 29 giugno 1944, giorno dei S. Pietro e Paolo, quando un bombardamento aereo causò la distruzione di molti edifici, fra cui la chiesa dei Santi Rocco e Cristina, cinquantaquattro feriti e la morte di quattordici persone. Il paesaggio locale e’ dominato dai Doglioni, alti monoliti che si ergono dall’alveo del fiume e che sono formati da ofiolite, testimonianza delle piu’ remote vicende geologiche che portarono alla formazione dell’Appennino. Proprio sopra un doglione si trovava l’antico castello di Castelvecchio di Sala.