Si arriva al borgo, a quota 1053, ai piedi del monte Freddone, ormai disabitato da decine di anni, partendo dal Ponte dei Merletti sulla strada del Cipollaio, proseguendo su sentiero ben segnalato. Arrivare a piedi a questo villaggio, che non ha mai avuto una viabilità migliore di un modesto sentiero, ci aiuta a capire come per queste piccole comunità isolate delle Apuane fossero difficili gli spostamenti. Il toponimo Campanice significa campo seminato a panico, segno evidente che in questa zona si seminava il panico, pianta erbacea i cui semi sono graditissimi dagli uccelli. L’alpeggio di Campanice si trova su percorsi di transumanza molto antichi ed e’ formato da gruppi di casolari: Pian di Mela, Lanzino e Togno, che sorgono attorno alla chiesa. Basse mura in sasso cingono vecchi terrazzamenti abbandonati, un tempo utilizzati per l’agricoltura, E’ circondato da foreste di faggio e fino dalla metà del XVI secolo vi si praticava il taglio degli alberi per ricavarne carbone, utilizzato nelle numerose ferriere delle valli del Vezza e del Cardoso. Verso la fine dell’Ottocento fu aperta, più in basso, verso Ponte dei Merletti, la cava del Togno. Da qui fu estratto il marmo che servì per costruire alcune colonne della chiesa parrocchiale di Terrinca. Nel corso del Settecento sono stati fatti tentativi per lo sfruttamento di modesti filoni di piombo argentifero, rame e ferro. Piacevole da percorrere è il tratto di sentiero che, attraversando due ali di siepi di bosso, conduce alla chiesa di San Giovanni Battista, edificata nel 1704 e restaurata da un gruppo di abitanti di Terrinca nel 1998. L’edificio religioso ebbe un cappellano stabile fino agli ultimi anni di vita del borgo: negli anni fra il 1724 e il1727 era cappellano dell’oratorio padre Giuliano Tognocchi, nel 1725 padre Lorenzo Mancini diceva messa soltanto in occasione delle festività del Santo. Un tempo il paese era alpeggio estivo per gli abitanti di Levigliani e Terrinca, che venivano a pascolare le greggi e a raccogliere i prodotti della campagna. Infatti, nella stagione più favorevole, partivano intere famiglie con i propri capi di bestiame per raggiungere gli appetibili pascoli: questa usanza è durata fino ai primi decenni del XX secolo. Altre attività svolte durante l’alpeggio erano le carbonaie e la cottura di una particolare pietra calcarea, da cui si ricavava calce per l’intonaco delle case. Ancora oggi si possono vedere i terrazzamenti un tempo ben coltivati.
Il punto di partenza dell’escursione e’ Ponte dei Merletti (quota 809), localita’ situata poco oltre la Galleria del Cipollaio provenendo dalla Versilia, oppure sulla Strada Provinciale che da Castelnuovo Garfagnana conduce ad Arni si oltrepassa il bivio per Arni e tra la galleria di Tre Fiumi e la galleria del Cipollaio troviamo alla nostra sinistra uno spiazzo con una strada marmifera che inizia a salire (segnavia dei sentieri CAI n. 10 e n. 129 dipinti su un grosso sasso). Parcheggiamo l’auto e iniziamo a salire lungo la marmifera che seguiamo per circa duecento metri fino a che si trasforma in mulattiera. Arriviamo quindi ad un bivio non segnalato: una decina di metri prima di questa marginetta i sentieri 129 e 10 si separano. Noi dobbiamo girare a sinistra seguendo il 129: incontriamo ora alcune case diroccate e, uscendo dal bosco, proseguiamo sul sentiero tra due file di siepi di bosso. Siamo arrivati al piccolo borgo di Campanice (quota 1053, 45 minuti dalla partenza).