Questo lungo percorso inizia dal parcheggio del Lago Santo, zona chiamata Pian de’ Remi perché proprio qui era l’area dove venivano accumulati i tronchi provenienti dalla Via dei Remi, che sostavano in attesa di essere portati verso Barga e da li’ al mare lungo il corso del fiume Serchio. Transitando per il lago Baccio, quindi per il Passetto fino al monte Rondinaio e di nuovo al Passetto fino al monte Giovo, scendendo poi verso il Passo della Boccaia per fare ritorno al Lago Santo. Il monte Rondinaio (1964 m. s.l.m.) ha un profilo cosi’ slanciato da essere degno di paragone con qualche vetta delle Alpi: sicuramente e’ la vetta dell’Appennino tosco – emiliano con la fisionomia piu’ bella. Il monte Giovo (1991 m. s.l.m.) e’ una delle vette piu’ alte di tutto l’Appennino tosco – emiliano: la sua mole incombe sopra il Lago Santo modenese.
Il percorso descritto in questo itinerario ha inizio dal Parcheggio del Lago Santo (Pian de’ Remi) (quota 1450): il grande piazzale di parcheggio si trova in localita’ Pian de’ Remi perché qui transitava la strada sulla quale venivano portati i tronchi tagliati all’Abetone e a Cutigliano che dovevano arrivare fino al mare tramite il corso del Serchio per divenire remi per le grandi navi. Dal grande piazzale andiamo verso il lago seguendo il sentiero CAI n. 523 che gira a sinistra prima di arrivare alle sue sponde, ma basta una piccola deviazione a destra per ammirare il bello specchio d’acqua del Lago Santo (quota 1501). Il sentiero, molto ampio e molto frequentato, ci conduce in venti minuti sulle rive del Lago Baccio (quota 1554), secondo per ampiezza solo al Lago Santo: lasciato il Baccio, proseguiamo sempre lungo il sentiero CAI n. 523, che ne costeggia la riva occidentale, guada l’immissario e, girando a sinistra, raggiunge in breve tempo (una quindicina di minuti) la perenne Fonte dell’Acqua Fredda (quota 1595), unica sorgente che s’incontra sul cammino: attenzione perché la zona attorno alla sorgente pullula letteralmente di mosche e zanzare fastidiosissime. Procediamo sul sentiero CAI n. 523 per salire le bancate arenacee disposte a grossi gradoni superando il limite della vegetazione arborea per venire a trovarsi, cosi’, in una zona aperta con dossi pietrosi coperti da una fitta brughiera, fino a pervenire al crinale principale al Valico del Passetto (quota 1870), massima depressione del tratto Rondinaio – Monte Giovo e famoso perché da qui transitava la Via dei Remi. Al Passetto ci si immette sul sentiero 00 di crinale e si va a sinistra affrontando l’ultima parte della salita sull’ampio e sassoso dorso occidentale che ci conduce sulla vetta del monte Rondinaio (quota 1964) dove e’ collocato un segnale trigonometrico: con una buona dose di fortuna alcune volte si possono osservare anche le marmotte che vivono in questa zona di dossi erbosi e pietrosi. Dopo essere stati su monte Rondinaio facciamo ritorno al Valico del Passetto (quota 1870): qui c’innestiamo sul sentiero 00 di crinale andando verso sinistra e tralasciando il sentiero di destra che scende verso il lago Baccio. Il sentiero procede ora in salita verso la Cima della Porticciola (quota 1903), ampio gobbone roccioso, che con la sua mole domina il sottostante lago Baccio. Dalla vetta della Porticciola scendiamo lungo il crinale per poche decine di metri fino ad una depressione per affrontare, su ripido e faticoso sentiero che in alcuni tratti richiede anche l’uso delle mani, la salita che ci porta in cima all’Altaretto (quota 1927), bella cuspide rocciosa. Da qui, sempre sul crinale, scendiamo su praterie ad una successiva depressione per affrontare il tratto piu’ difficile di tutta l’escursione, quello che ci porta in vetta alla Grotta Rosa (quota 1950): il sentiero, infatti, deve superare una serie di placche rocciose sul filo di cresta e lo fa tramite un breve tratto attrezzato con cavo d’acciaio. Si potrebbe superare questo punto anche aggirando il costone roccioso sul sentiero ma questo e’ senza dubbio molto piu’ rischioso perché molto esposto, per cui e’ senz’altro consigliabile servirsi del cavo d’acciaio. Dalla cima della Grotta Rosa, sempre seguendo il crinale, si guadagna la croce in ferro del Giovo, che pero’ non sorge nel punto piu’ alto, che invece dista solo poche decine di metri in direzione sud – est ed e’ contraddistinto da un cumulo di pietre; Monte Giovo (quota 1991, 4 h. e 30 minuti dalla partenza).