Ville Sbertoli

Ingresso

Il complesso delle Ville Sbertoli sorge sul poggio di Collegigliato, a 145 m. s.l.m., a pochi km. dalla citta’ di Pistoia: e’ noto come ex casa di ricovero per malati mentali. Questo colle, per la sua felice posizione, e’ sempre stato abitato; fra la fine del 1600 e l’inizio del 1700 vi furono costruite due grandi residenze di campagna, con relative case per i mezzadri, da parte di due importanti famiglie nobili pistoiesi: la villa Franchini – Taviani e la villa Rosati. A partire dal 1868 queste ville furono acquistate da Agostino Sbertoli, che, nato a Fivizzano in Lunigiana, svolgeva la sua attivita’ di medico presso il Manicomio di San Benedetto a Pesaro, ma che aveva intenzione di gestire in proprio una Casa di Cura per alienati mentali. Acquistate le due ville, il complesso si rivelo’ pero’ ben presto insufficiente per la numerosa clientela e anche poco adatto al nuovo scopo cui le antiche ville erano destinate. Per questo motivo lo Sbertoli inizio’ a costruire dei nuovi edifici disseminati nel grande parco e destinati ad accogliere i malati suddivisi per sesso, censo e grado della malattia. Nel 1898 Agostino Sbertoli mori’ e la conduzione del complesso passo al figlio Nino, che continuo’ ad ampliare le strutture e che costrui’ la centrale elettrica e un corridoio che collegava la direzione con i principali edifici per permettere gli spostamenti di medici e infermieri in maniera riservata e separata. Nel 1920 Nino abbandono’ l’attivita’ e cedette il complesso a un gruppo di privati pistoiesi che resse le Ville in un rapporto sempre piu’ stretto con l’Amministrazione provinciale , deputata all’assistenza degli alienati mentali, con cui collaborava in regime di convenzione. Nel 1950 il complesso delle Ville Sbertoli fu acquistato dall’Amministrazione Provinciale, che lo trasformo’ in Ospedale Neuropsichiatrico Provinciale. Dopo la legge che impose la chiusura di questo tipo di strutture, nel 1978 il complesso delle Ville Sbertoli fu acquistato dall’Usl di Pistoia: ora versa in completo  abbandono.