Colli di Capricchia e’ una delle sei frazioni che sono comprese nel Comune di Careggine, in Alta Garfagnana: le altre cinque sono Capricchia, Mezzana, Le Coste, Iapori e Porretta. Il paese è formato da un gruppo di case isolato nel verde della montagna, in bella posizione soleggiata su un grande ripiano erboso, con in lontananza il gruppo delle Panie. E’ diviso in due frazioni: Colli di Sopra e Colli di Sotto, separate da un breve tratto di strada. A risaltarne le origini contadine sono le numerose capanne in pietra con il tetto in lamiera situate all’ingresso del paese e alcuni cortili antistanti le abitazioni utilizzati per essiccare le messi. Le costruzioni più antiche, di cui alcune fatiscenti, ne palesano l’abbandono; un antico portale in arenaria datato 1834 e alcune maestà in marmo abbelliscono questo scorcio di edilizia rurale. La parte di più recente costruzione si trova nella parte superiore con abitazioni distaccate tra loro e alcune sparse nella campagna. La popolazione da sempre ha vissuto dei prodotti della terra e della pastorizia. Le origini di questo borgo sono da ricercare nel basso medioevo, quando dalle Langhe del Piemonte o dalla Pianura Padana scesero i primi colonizzatori attratti dalle bellezze e salubrità della zona. ma sono legate anche alla transumanza, quando agli inizi dell’Ottocento, nel periodo estivo, i pastori provenienti da Pescia e da altri paesi della Toscana portavano le loro greggi su questi alpeggi. Le stradine strette e lastricate percorrono i paese seguendo il profilo della collina, passando sotto archi e gallerie, rivelando una struttura che è tipica dei borghi di montagna. I tetti di alcune case sono ancora ricoperti di lastre di ardesia. La piccola chiesa con campanile a vela è dedicata alla Madonna delle Grazie e agli Angeli custodi di Sant’Anna. IL Comune di Careggine ha donato l’edificio alla popolazione che ha affidato la gestione alla associazione paesana Onlus, la quale afferma di essere in possesso di antichi documenti che provano l’uso di questo edificio come ospitale per pellegrini. Qui a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento è iniziata l’emigrazione, quasi sempre dolorosa, verso la California e il Brasile. L’isolamento finisce nel 1954, quando il borgo viene collegato da una carrozzabile al Comune di Careggine e a quello di Castelnuovo. In seguito venne costruita un’altra importante arteria che lo collega con la valle della Turrite Secca, attraverso il paese di Capanne di Careggine. La costruzione della strada, che inciderà in modo netto i fianchi della montagna, interromperà in più punti l’antica via di comunicazione che partendo da Isola Santa collegava tutti i borghi della vallata. Il territorio circostante è molto ricco di acque e fonti naturali, sfruttate anche da uno stabilimento per l’imbottigliamento dell’acqua.