Anche Giustagnana e’ un antico borgo che trae le sue origini dai coloni di Luni: si trova in ottima posizione sopra la valle del Serra, è ben esposto al sole di mezzogiorno, i colli lo proteggono dal vento e dal gelo che vengono da settentrione. In paese si scende percorrendo un vicolo lastricato che spesso si trasforma in scalinata la case, addossate le une alle altre, si proteggono a vicenda, numerosi altri vicoli le percorrono con ininterrotti saliscendi. Si notano alcuni interessanti portali in marmo. Una epigrafe dedicato al viareggino Lorenzo Viani ne ricorda la memoria: “Pittore e scrittore di Versilia, imparò a conoscere ed amare le Apuane e gli abitanti forti e sereni delle nostre montagne“; la troviamo murata in una casa in cui l’artista abitò insieme alla moglie Giulia, insegnante nelle scuole elementari del paese. Giustagnana è ricordata in un estimo del 1320 in cui si afferma che un certo Gratia e un certo Giacomello possedevano beni presso un bosco di questo villaggio. E’ anche menzionato in un estimo del 1333 come facente parte del comune de La Cappella. Da carte dell’epoca si evince che nel 1377 esisteva una strada che collegava il borgo a Riomagno. Tuttavia le sue origini sono più antiche, risalgono alla dominazione romana, quando alcuni coloni si trasferirono su queste alture costruendo i primi villaggi. L’etimologia è di sicure origini latine: “Justinianus“, dal nome del proprietario dei fondi. Una delle famiglie più importanti di questo paese furono i Carducci: Giuliano fu ambasciatore a Firenze, il figlio Ginese nel 1573 e il nipote Giovanni furono governatori a La Cappella. La chiesa, la cui struttura è piuttosto rilevante, fu costruita dagli abitanti con l’ausilio di muratori, fabbri, scalpellini e una fornace fatta di proposito per cuocere i mattoni necessari. E’ dedicata a San Rocco e possedeva ben fin dal 1546. La troviamo in posizione isolata lungo la strada e a ridosso del paese. In origine era dedicata a San Genesio: nelle chiesa esiste ancora una sua epigrafe del 1704. La struttura è a navata unica con tre altari in marmo locale: quello sulla destra fu costruito nel 1707 e reca sopra un dipinto di buona fattura, restaurato di recente, in cui compare San Genesio con la Madonna e Santa Lucia; su quello di sinistra un interessante bassorilievo in marmo. L’altare centrale è inserito nell’abside e ha dietro il coro; il tabernacolo è anch’esso in marmo con un bel dipinto di San Rocco. Le tre campane della torre quadrangolare annessa all’edificio sono ancora azionate a mano per mezzo di funi. La chiesa subì pesanti bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale; fu restaurata, ma necessita ancora di opere murarie.