Il castello di Sambuca Pistoiese e’ legato al nome di Selvaggia Vergiolesi, la nobildonna amata dal poeta pistoiese Cino Sinibaldi. meglio noto come Cino da Pistoia, vissuto a cavallo fra i secoli XIII e XIV. L’antica Rocca domina il sottostante borgo di Sambuca, che da’ il nome a tutto il comune, anche se la sede del comune stesso e’ posta in localita’ Taviano. Per Sambuca transitava la Via Francesca della Sambuca, che collegava Pistoia a Bologna, risalendo sul versante toscano il crinale fra la Brana e l’Ombrone, passando per il Signorino fino a superare il crinale appenninico a quota 932 al Passo della Collina.
Pieve dei Santi Jacopo e Cristoforo – Era posta in antico entro il perimetro del castello, citato in documenti fin dal 1086: fu probabilmente chiesa castellana, in relazione con l’itinerario della Via Francesca, che durante l’alto e il basso Medioevo passava da quella località: anche la dedicazione a S. Jacopo è indizio che questa chiesa si trovasse sull’itinerario dei pellegrini. Scarse sono le notizie documentate della chiesa che forse risale al secolo XI o XII: di sicuro si conosce che, nonostante si trovasse entro il castello della Sambuca, feudo del vescovo di Pistoia fino a tutto il secolo XIII, essa dipendeva in spiritualibus dalla pieve di Succida e dal vescovo di Bologna. Il più antico documento noto (26 dicembre 1262) è citato dal Repetti. Passò alla diocesi di Pistoia nel 1785, insieme ad altre chiese della Val di Limentra e fu poco dopo elevata alla dignità di pieve dal vescovo Scipione de’ Ricci. Sulla facciata e alla base del campanile si notano tracce dell’originaria struttura romanica, che tuttavia per il resto non è più leggibile per i rifacimenti assai estesi condotti durante la seconda metà del secolo XVIII. In questo periodo fu rifatto per buona parte anche il campanile, sulla cui facciata fu inserita una meridiana con mostra di pietra serena. Internamente e’ divisa in tre navate, con copertura a capriate lignee. Di fianco alle navate laterali si trovano quattro nicchie che ospitano gli altari laterali. La facciata e’ preceduta da un portico, all’interno del quale e’ stato ricavato un piccolo Sacrario.
Chiesa di S. Maria del Giglio – Poco fuori del paese si trova la Chiesa di S. Maria del Giglio, annessa all’antico convento delle suore francescane dell’Immacolata, iniziato a costruire dopo il 1722, data in cui avvenne un miracolo (guarigione di una cieca) dalla fede popolare attribuito alla effige della Madonna detta del giglio, collocata entro una piccola edicola, in vocabolo Collefiorito. La chiesa sorse in tempi posteriori, come denota l’aspetto attuale, fra la fine del XVIII secolo e la seconda metà del XIX. All’esterno presenta una facciata porticata in stile neogotico che ingloba il prospetto più antico. Un piccolo campaniletto a torricella, pure neogotico, s’imposta all’esterno, sulla zona presbiteriale. L’interno si presenta con aspetto tipicamente ottocentesco, con navata coperta di volta a botte intervallata da ghiere poggianti su paraste dislocate sulle pareti laterali; coro quadrangolare sormontato da cupoletta emisferica dipinta a lacunari, zona presbiteriale leggermente rialzata rispetto al piano della navata. L’altare maggiore presenta una mostra architettonica in scagliola dipinta a finto marmo, includente l’immagine miracolosa della Madonna del Giglio, attribuibile al secolo XVI. L’affresco fu probabilmente staccato nei primi decenni del XVIII secolo.
Veduta panoramica | Chiesa della Madonna del Giglio |
Rocca dei Vergiolesi 2 |