I ruderi della Badia di S. Trinita in Alpe, detta anche di Fonte Benedetta, si trovano alle pendici del monte Lori, sul Pratomagno. Fondata da due eremiti, Pietro ed Eriprando, tra il 950 ed il 961, sul tracciato di un’antica via romana che collegava il Valdarno con il Casentino, vide aumentare sempre piu’ la sua importanza, tanto che arrivo’ ad ospitare piu’ di cinquanta monaci. Fino alla fine del XIV secolo godette di grande importanza: grazie a tante donazioni ebbe vasti possedimenti nel Pratomagno e in Casentino, avendo anche la giurisdizione su molte chiese. Inoltre crebbe anche la sua rilevanza spirituale, divenendo centro di vita religiosa e adoperandosi anche in campo assistenziale. Ai primi del Quattrocento, però, la Bada e l’annesso Monastero vennero a trovarsi sempre più isolati a causa dello spostamento delle vie di comunicazioni dalla zona di Pontenano, Santa Trinita e Carda al fondovalle con il borgo di Castel Focognano e la piana di Salutio. Nel 1424 la Comunità di Santa Trinita, che era sempre stata nell’Ordine Benedettino, nell’impossibilità di riacquistare l’antico fervore e per non scomparire del tutto decide concordemente di unirsi al vicino Ordine Vallombrosano. Nel 1708 sorse una lite fra i Monaci e la comunità di Capraia, che si dimostrò lunga ed aspra. I Monaci, ormai stanchi di una tale situazione, decisero di abbandonare definitivamente il monastero, ponendo così fine alla gloriosa storia della Badia e del Monastero. Non indifferente doveva essere il patrimonio artistico di proprietà del Monastero di Santa Trinita: tra le opere che possedeva sono da ricordare il Polittico di Mariotto di Cristofano che raffigura “La Pietà con i santi Giovanni Gualberto, Nicola da Bari, Jacopo maggiore e Bernardo degli Uberti”, ora custodito nella Chiesa di Carda; una croce processionale in rame dorato (centimetri 35 x 26) , che ora si trova nella Pieve di Pontenano; una terracotta policroma raffigurante la “Madonna col Bambino”, attualmente nella Chiesa di Capraia. Oggi del grande edificio religioso non restano che pochi ruderi in mezzo alla vegetazione, ma essi sono molto suggestivi e meritano di essere visitati: la partenza per raggiungere la Badia avviene dal piccolo paese di Pontenano, arroccato alle pendici del Pratomagno, in comune di Talla.
Il percorso inizia dal paese di Pontenano (787 m. s.l.m.), posto alle pendici sud del Pratomagno. L’itinerario si snoda sempre lungo il sentiero CAI n. 44 che ha inizio presso la vecchia scuola media, passa di fronte ad una serie di villette e ad una Maesta’: il tracciato prosegue su una carrareccia che si inoltra in un bosco di castagni. Seguendo sempre la carrareccia e i numerosi segnali bianco – rossi, si attraversa il Fosso del Vado e, in leggera salita, si raggiungono le Case di Fonte Cavallari, (quota 933). Da questo vecchio podere ancora abitato, si va a destra, sempre seguendo i segnali del sentiero CAI n. 44: ora la carrareccia si fa piu’ stretta. Camminiamo nel bosco di castagni, intervallato da abetine e qualche rado faggio: superiamo per guado il torrente Palmole, poi troviamo una sbarra che impedisce il transito ai fuori strada, e quindi guadiamo il torrente Specchiana. Qui il sentiero svolta a destra proseguendo in una selva dove si trovano ancora castagni plurisecolari: poco dopo incontriamo, proveniente dalla nostra sinistra, il sentiero CAI n. 32 che si sovrappone al 44 fino alla Badia. Su un piccolo ponte in legno attraversiamo il Fosso della Badia e in pochi minuti giungiamo di fronte ai resti della Badia di S. Trinita in Alpe (quota 952).