In Via Croce di Vizzano a Montale, località Podere Beppaccino, si trova un tabernacolo che ricorda l’uccisione di un partigiano, Marcello Danesi, da parte dei tedeschi: in realtà gli uomini fucilati erano due, ma il nome di Dino Nerozzi, caduto assieme a Marcello Danesi, non compare sulla lapide per volontà della famiglia.
Queste le parole incise sul Tabernacolo
veluti flos cadit succissus aratro (cadde siccome un fiore travolto dall’aratro)
Qui
dove la notte sul 14 luglio 1944
fu barbaramente ucciso da soldati tedeschi
MARCELLO DANESI
Patriota 22enne
ufficiale della R. Marina Italiana
anelante all’onore e alla gloria
di rompere in aperta ribellione contro gli invasori
su queste stesse zolle
ancora memori del sanguinoso eccidio
e della frettolosa irriverente sepoltura
i desolati genitori
nel dolore e nel rimpianto acerbissimi
vollero che sorgesse questo pio tabernacolo
perché continuando a raccontare
l’orrenda tragedia ai passanti
ne raccolga le preghiere
in suffragio del martire da tutti caramente diletto
e in nome della cristiana fraternità
del pianto di tutte le madri
rinnovi l’esecrazione
contro i fomentatori di guerre e di discordie
… e il mondo non mi vedrà più, ma voi mi vedrete
perché io vivo e voi vivrete.
(Vangelo di s. Giovanni)
Da www.pietredella memoria.it
Pietra o mattoni per la struttura portante dell’edicola. Tegole per la copertura. Ferro per la croce posta sul culmine della copertura, per gli anelli portavasi e per il gancio atto a sostenere la lampada votiva. Marmo per la lapide su cui è incisa l’epigrafe. Vernice di colore nero a riempimento dei caratteri che la compongono. Terracotta per la formella presente nella nicchia superiore. Mattoni per la soglia dell’edicola. Pietra per i due bracci presenti alla base del manufatto
Da www.pietredella memoria.it
La notte tra il 14 ed il 15 Luglio 1944 soldati tedeschi, probabilmente appartenenti alla 362a Infanterie – Division, al termine di un’azione di rastrellamento, fucilarono alla periferia di Montale, nel Podere “Beppaccino”, vicino al torrente Settola, il partigiano Marcello Danesi (nato a Pistoia il 10 Aprile 1922, già aspirante guardiamarina nella Regia Marina) ed il contadino Dino Nerozzi. Alla “memoria” del giovane partigiano sarà conferita la medaglia d’Argento al Valor Militare. Nel dopoguerra, i genitori del Danesi vollero erigere un’edicola sul luogo della morte del figlio. Si tratta di una struttura realizzata presumibilmente in pietra o mattoni, poi intonacati, su pianta rettangolare. La copertura dell’edicola è formata tegole e sul culmine è collocata una croce di ferro di tipo barocca, da cui si irradiano raggi di luce. Particolare singolare è la sottostante presenza di una grondaia. L’edicola ha due nicchie: in quella inferiore, più grande rispetto a quella sovrastante e dal perimetro rettangolare, è inserita la lapide di marmo sulla quale è incisa l’epigrafe; in quella superiore, con volta ad arco a tutto sesto, si trovano un’immagine sacra in terracotta e, ai lati della stessa, due anelli di ferro atti a collocarvi altrettanti vasi portafiori. Sopra la formella si trova un gancio di ferro utilizzato a sostenere una lampada votiva. La lapide, di forma rettangolare, riporta il nome del partigiano, l’età, il grado militare e la data di morte. Per volere della propria famiglia, non è presente il nome dell’altra vittima, Dino Nerozzi. In testa alla lapide è inciso un verso in latino che si può tradurre in “Cadde siccome un fiore travolto dall’aratro” forse ispirato dal libro IX dell’”Eneide” di Virgilio, quando viene narrata la storia dei due amici guerrieri Eurialo e Niso. All’estremità opposta sono incisi dei versi tratti dal “Vangelo” di San Giovanni. Tutte le incisioni presenti sulla lapide sono state riempite con vernice di colore nero. La nicchia inferiore presenta una soglia realizzata in mattoni, preceduta anteriormente da due prominenti bracci di pietra dall’estremità curvilinea.